mercoledì 5 settembre 2012

Lethal Hostage / 边境风云 ( Cheng Er / 程耳 , 2012 )

Giudizio: 8.5/10
La redenzione per amore

Ning Hao, una delle figure più interessanti del recente panorama cinematografico cinese,produce questo lavoro di Cheng Er  che sceglie  un racconto molto atipico per il cinema cinese continentale, misurandosi in un genere che raramente si vede affrontato in Cina: Lethal Hostage è infatti una crime story piuttosto classica, in buona parte ripulita persino di quegli influssi HKesi di genere; è semmai un thriller molto "europeo" dal quale sembrano risalire a galla atmosfere da noir classico.
Al di là dei problemi che la censura crea sistematicamente alle crime story, Lethal Hostage riesce ad essere un interessante lavoro che vive soprattutto sulla atipicità, a partire da una struttura a capitoli che , se da una parte appare uno scimmiottare filoni tarantiniani, dall'altra conferisce la giusta matassa ingarbugliata che solo col procedere della storia si appalesa più chiaramente.
Attraverso salti temporali e contorsioni narrative Cheng Er racconta la storia di un trafficante di droga che si ritrova tra le mani come ostaggio una ragazzina , suo malgrado, legata ad un affare andato a male; per una serie di circostanze la ragazzina, sublimando in pieno la Sindrome di Stoccolma, crescendo con l'uomo che a sua volta la difende dalla voglia di vendetta dei suoi compari, finirà per diventare la sua  fidanzata dopo anni e anni di prigionia.
Per l'uomo sarà la via della redenzione, per la donna quella del ritorno a casa, ma il passato che torna a galla e i fili sparsi da riannodare che il regista ha disseminato diligentemente, decideranno l'epilogo tra melodramma ed eroismo silenzioso.
La trama e la struttura volutamente ingarbugliata, per raccontare alfine una storia tutto sommato semplice, sono il cardine portante del film, costruito con intelligenza, sfruttando situazioni ed atmosfere ben caratterizzate in cui i personaggi, quasi tutti, hanno il loro profilo ben disegnato, e se il tema della redenzione per amore appare piuttosto scontato, comunque Cheng Er riesce a rendere la storia ugualmente interessante, a volte palpitante, che sa regalare anche momenti notevoli.
Il solo fatto di avere saputo rileggere certi canoni del genere smussando le angolature tipicamente orientali, fa di Lethal Hostage un lavoro bello e sorprendente in cui tutti gli attori non sfigurano affatto, soprattutto Sun Honglei, vera maschera che fa della sua apparente amimicità il punto di forza recitativo.

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