giovedì 6 settembre 2012

Painted Skin 2 : The Resurrection / 画皮II ( Wuershan /乌尔善 , 2012 )

Giudizio: 8/10
Demoni e uomini: è questione di pelle

Cinquecento anni dopo aver vissuto sprofondata nel ghiaccio per punizione, XiaoWei, la bella demonessa-spirito-volpe che abbiamo conosciuto in Painted Skin assetata di guai terreni e di cuori pulsanti, torna alla vita grazie allo spirito uccello che frantuma la spessa coltre di ghiaccio che la racchiude.
E' questo l'aggancio narrativo col quale Painted Skin 2 : The resurrection si erge a sequel del lavoro di Gordon Chan di quattro anni prima; Wuershan, geniale figura emergente del panorama cinematografico cinese riesce persino a raggruppare nuovamente gli attori principali del primo episodio (escluso Donnie Yen) , ma a parte XiaoWei, non c'è traccia di nessuno dei precedenti personaggi.
Raro esempio di sequel che sovrasta il primo capitolo, il lavoro di Wuershan offre una visione molto più passionale e visionaria del rapporto uomini-demoni che si estrinseca nell'impossibilità di poter far collimare i sentimenti; il regista arricchisce la storia con la giusta dose di ironia e di dissacrazione del genere al punto di avere l'onnipresente cacciatore di demoni che, sotto l'aspetto da ciarlatano un po' scemo, cova oltre alla passione amorosa per lo spirito-uccellessa anche il recondito desiderio di diventare a sua volta un demone.

Qui l'amore doloroso e impossibile si complica con gli scambi di persona che avvengono scambiandosi la pelle usando le mani che si intrufolano sotto pelle, regalando momenti di ricercata sensualità omosex celata, oltre che con la ricerca non solo dell'amore impossibile , ma anche dell' umano trionfo dei sensi, fatto di odori e dolore, di cuore che batte e di colori e  riflettendo infine sulla transitorietà della bellezza opposta alla nobiltà dell'animo.
La gara tra la demonessa-spirito-volpe e la principessa Jing, prima rivali, poi vicendevolmente riunite e separate con forme diverse ed infine sodali nell'amore e nella salvezza del medesimo oggetto del desiderio, fa da filo conduttore per tutto il film sul quale il regista però con la maestria che già notammo nella sua eccellente opera prima, pone la sua impronta stilistica con una forte livrea da fantasy che tende spesso a ribaltare le regole del gioco e con un gusto per l'eccesso e la forza visiva che lo porta a concepire altari sacrificali fatti di scheletri, un regno di Tiang Liang che ha il potere con i suoi personaggi di far esplodere il film a livelli di forme e colori nonostante il buio della caverna dove la storia raggiunge il suo culmine.
Così come in The Butcher, the Chef and the Swordsman il wuxia si apriva a nuovi orizzonti quasi psichedelici, in Painted Skin 2 è il mondo degli spiriti e quello degli uomini a subire un processo di estremizzazione, in cui si rivisita il rapporto uomo-demone , l'antico e dibattuto tema dell'amore impossibile, il desiderio di provare sentimenti e di ribaltare le regole da parte delle schegge impazzite del mondo popolato di spiriti animali antropomorfi.
Confermandosi personaggio geniale Wuershan confeziona un film che nonostante la lunghezza (oltre due ore) ha il pregio di non annoiare mai e di far riflettere, con brio e ironia, sui lati più reconditi dell'animo umano.
L'accoppiata Zhao Wei-Zhou Xun domina incontrastata il film regalando anche momenti che turbano, mentre Chen Kun, ancora una volta preso in mezzo tra i vigorosi tumulti dei cuori femminili, appare probabilmente più credibile qui che nel primo capitolo.

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