sabato 29 settembre 2012

Un sapore di ruggine e ossa / De rouille et d'os ( Jacques Audiard , 2012 )

Giudizio: 7/10
Sentimento e melodramma

Sorretto da una accoppiata di attori in forma strepitosa, Jacques Audiard esce dalle atmosfere buie, cupe, vagamente claustrofobiche che contraddistinguevano i suoi lavori precedenti culminati ne Il Profeta , film che impose in maniera definitiva il regista francese, per approdare ad un racconto che , pur nel suo substrato fortemente inquieto, sceglie una ambientazione luminosa, dall'orizzonte vasto quale è la Costa Azzurra dove ambienta la sua trasposizione cinematografica, piuttosto libera, della raccolta di novelle di Craig Davidson dal titolo omonimo.
E' una storia quasi bipolare stavolta in cui al personaggio di Alì, sbandato, rude che vive ai margini della società in una specie di autismo sociale, si affianca quella di Stephanie, addestratrice di orche presso Marineland di Antibes.
Sono, come sempre nei lavori di Audiard, due solitudini che attraverso una osmosi sentimentale avviano il loro processo di metamorfosi e di risalita dal buio.

Stephanie, privata degli arti inferiori in seguito ad un incidente, diviene il jolly in mano ad Alì per ribaltare una esistenza squallida e sofferta, e , viceversa, l'incidente diventa per la donna un asso nella manica per far emergere la sua forza interiore che va a fondersi con l'incrocio delle solitudini personali dei due protagonisti.
Anche stavolta Audiard più che alle atmosfere si affida alla costruzione di due personaggi solidi sui quali il racconto, di per sè semplice, quasi banale, si costruisce strada facendo: è questa la forza tipica dei film del regista francese, il suo marchio d'autore, mediante la quale emergono le sue concezioni cinematografiche.
Un sapore di ruggine e ossa è fondamentalmente un film d'amore, di sentimento nel quale , mediante lo scontro-incontro di due anime sole e tormentate che intraprendono una via di redenzione attraverso la scoperta dei loro lati nascosti scorgendo la luce alla fine del tunnel.
Rispetto ai lavori precedenti Audiard si affida anche ad un forte personaggio femminile, così come fu in Sulle mia labbra, anche esso segnato da un importante handicap fisico, e anche stavolta, come fu per quel film, è la figura femminile quella che conduce alla salvezza l'uomo attraverso la piena coscienza dell'handicap fisico che non la priva della sua carica di sensualità.
Nonostante qualche passaggio a vuoto del film , soprattutto in una certa ripetitività di talune situazioni, il film mostra in pieno quello che vuole essere: una storia d'amore colorata dalle tinte del melodramma calata in una realtà sociale ben caratterizzata.
Come detto prima le prove di Marion Cotillard e di Matthias Schoenaerts confermano la bravura dei due attori che sembrano trovarsi perfettamente a loro agio nei panni di due personaggi complessi, cupi e disperati.

L'intervista a Jacques Audiard può essere letta su LinkinMovies.it

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