venerdì 27 dicembre 2013

Mystery / 浮城谜事 ( Lou Ye / 娄烨 , 2012 )

Giudizio: 7/10
Triangolo metropolitano con delitto

Decaduto il ban quinquennale cha aveva seguito la stesura di Summer Palace, Lou Ye, uno dei cineasti cinesi di punta della Sesta generazione, ritorna a girare un film nella madre patria, seppur finanziato e prodotto con capitali francesi sempre molto sensibili ai registi scomodi per Pechino.
Il lavoro di Lou Ye , che ha ricevuto il massimo riconoscimento all'Asian Film Awards di Hong Kong nel 2013, non sembra inserirsi in quel contesto narrativo tipico del regista cinese: Mystery, come preannuncia il titolo internazionale che si allontana abbastanza dal titolo originale, è infatti un thriller, seppur abbastanza atipico, molto più conforme forse ad un noir metropolitano, in cui si racconta la storia di un triangolo amoroso che si sviluppa in un contesto di realtà parallele: Yongzhao infatti accanto alla sua regolare vita matrimoniale ha in piedi una seconda storia con un'altra donna con tanto di figlio.
Un incidente stradale tanto drammatico quanto misterioso apre il film e da il la al racconto in cui le due esistenze dell'uomo entrano pericolosamente in contatto fino a deflagrare.

giovedì 26 dicembre 2013

War [ aka Voyna ] ( Aleksei Balabanov , 2002 )

Giudizio: 8.5/10
Il Sergente Ivan, fratello gemello di Danila

La Guerra Cecena, storicamente suddivisa in due fasi che complessivamente si protrassero per 15 anni con una breve pausa, costituisce per la Russia, insieme alla invasione in Afghanistan, uno dei momenti storico-sociali più importanti degli anni che hanno seguito la fine della Guerra Mondiale; sulle problematiche derivate dalla guerra si innestarono quelle della profonda trasformazione sociale di una paese appena uscito dall'esperienza comunista e dalla dissoluzione dell'URSS.
Al contrario però delle esperienze belliche occidentali, americane in particolare, che hanno influenzato il Cinema in maniera spesso propagandistica e dozzinale, la Russia ha trovato il suo cantore di guerra in Aleksei Balabanov, regista che non conosce retorica, capace con la sua scarna ed essenziale forza narrativa di raccontare in War un episodio avvenuto durante la seconda guerra cecena.
Tutto il film è di fatto una lunga intervista ad un reduce della guerra, il sergente Ivan il quale ricorda dapprima la prigionia tra le montagne in mano ai ribelli ceceni quando nel suo stesso villaggio furono condotti due inglesi da usare come ostaggi per ottenere il riscatto dalla banda .

lunedì 16 dicembre 2013

Dead Men's Bluff [ aka Zhmurki ] ( Aleksei Balabanov , 2005 )

Giudizio: 8/10
Prima erano gangster gaglioffi poi oligarchi

All'inizio è una sintetica, brillante e pragmatica lezione economica, alla fine è il risultato di un processo quasi spontaneo, una specie di selezione naturale, nel mezzo quasi una descrizione di un modello economico, forse non particolarmente nuovo, che ha fatto della Russia un paese capitalista a tutti gli effetti.
Questo è il film di Aleksei Balabanov Zhmurki, black comedy demenziale con involontari momenti a metà strada tra Tarantino e i Fratelli Coen: una storia esile che si snoda intorno a una valigetta scambiata e rubata che funge da pretesto per mettere in piedi il teatrino del potere mafioso prima e degli oligarchi poi.
"All'inizio serve un capitale di partenza, quello è il problema, perchè poi tutto può accadere", queste le parole dell'insegnante in classe che fa riferimento proprio alla Russia degli anni 90 come modello della sua teoria.
Basta avere i soldi per partire, poi non serve nè etica nè morale, tanto meno serve la legge, perchè nella Russia di quegli anni la cosa più semplice è farsi strada a colpi di pistole.

sabato 14 dicembre 2013

Unbeatable / 激戰 ( Dante Lam / 林超贤 , 2013 )

Giudizio: 7.5/10
Quando i cazzotti fanno bene

In una Macau scintillante ma con scorci che richiamano l'Exiled di JohnnieTo, Dante Lam ambienta il suo nuovo lavoro, un racconto fatto sì d'azione, genere di cui è indubbio esponente di punta, ma anche di storie personali ben delineate.
Nella ex colonia portoghese si incrociano infatti le strade e le esistenze profondamente segnate di tre personaggi: il giovane Lin il cui padre ha visto sfumare in un attimo la sua fortuna economica e affoga nell'alcool, Fai, ex campione di boxe inseguito dai creditori e Wang , una donna dilaniata da una tragedia famigliare che vive con la figlioletta di dieci anni Puidan e presso cui Fai, in fuga da Hong Kong va a vivere in affitto.
Quest'ultimo trova aiuto nel vecchio amico Tai che lo fa assumere in una palestra come insegnante di ginnastica; qui incontra Lin intenzionato a voler partecipare al MMA Championship un torneo di una specie di boxe fatta di cazzotti, calci e prese; Fai diventa il mentore del ragazzo rivedendo in lui se stesso giovane prima di rovinarsi la carriera con un match combinato e riesce nel contempo a rompere il muro di indifferenza e di avversione che Wang e la figlioletta provano verso di lui. 

Still Life ( Uberto Pasolini , 2013 )

Giudizio: 9/10
La sottile linea che separa la vita dalla morte

John May è un oscuro impiegato comunale dell'hinterland londinese, il suo lavoro è rintracciare i parenti dei defunti e organizzare le loro esequie quando il morto non è reclamato da nessuno; in una città ordinata, silenziosa, quasi disabitata si muove con solerzia e puntiglio, seguendo il suo metodo; è un uomo solo, che vive per il suo lavoro, una esistenza che per taluni potrebbe definirsi insignificante; ma John May possiede la tenacia e la forza della solidarietà, studia i i morti, ricostruisce le loro esistenze dalle poche cose che trova nei loro appartamenti, stabilisce una sottile ma fortissima linea spirituale con il defunto che lo porta persino a scrivere le loro orazioni funebri e ad assistere , da solo, alle funzioni religiose funebri.
L'ultimo caso che deve affrontare prima di essere licenziato (anche nella perfida Albione le ristrutturazioni aziendali colpiscono a forza di accettate) lo impegna in modo particolare: l'uomo morto è un suo dirimpettaio di casa, mai visto, mai conosciuto, mai sfiorato in un'epoca in cui i rapporti umani sono sempre più labili e in disfacimento.

venerdì 13 dicembre 2013

Brother 2 [ aka Brat 2 ] ( Aleksei Balabanov , 2000 )

Giudizio: 8.5/10
Il nostro (anti)eroe vola in America

Tre anni dopo Brat , e con in mezzo Of Freaks and Men, Aleksei Balabanov torna a raccontarci le gesta del suo (anti)eroe patriotta e assetato di giustizia e ,cosa più unica che rara, riesce nell'incredibile risultato di dirigere un sequel che risulta anche migliore del primo.
E' passato un anno da quando Danila si è trasferito a Mosca dove vorrebbe studiare Medicina " per aiutare gli altri", qui ha incontrato due suoi ex commilitoni con i quali ha salvato la pelle nella sporca guerra; allorquando partecipano ad un programma TV in cui ricordano i tempi della guerra, Balabanov ci assesta il primo colpo di teatro ironico e maldestro: davanti alla Tv vediamo Viktor, il fratello grande intento a ingurgitare vodka con la madre accanto che lo apostrofa nello stesso modo in cui fece con Danila all'inizio di Brat; Viktor non ci pensa due volte e raggiunge il fratello a Mosca. Americani e Russi nel frattempo hanno preso a fare "affari" insieme: da una parte l'oligarca moscovita , dall'altra il magnate americano ed in mezzo l'hockeysta russo della NHL raggirato dal faccendiere americano.

giovedì 12 dicembre 2013

The Love Songs of Tiedan / 美姐 ( Hao Jie / 郝杰 , 2013 )

Giudizio: 7.5/10
La tradizione dell'Erren Tai

Opera seconda del giovane regista cinese indipendente che già con Single Man aveva ricevuto riconoscimenti e giudizi positivi, The Love Songs of Tiedan è un racconto che si snoda nell'arco di alcuni decenni partendo dagli anni 60, in piena Rivoluzione Culturale, che vuole anzitutto essere un omaggio del regista alla sua terra natale, lo Shanxi, regione del Nord della Cina vicina alla Mongolia interna, di cui dipinge un divertente e appassionato ritratto attraverso gli usi ed i costumi, soprattutto l'Erren Tai, rappresentazione canora folk tipica delle regioni del nord e i bellissimi paesaggi spesso folgoranti cartoline di spazi sterminati.
Tiedan è un ragazzino che nutre una passione morbosa per Sister Mei , la partner del padre nelle rappresentazioni canore, rigorosamente vietate durante la Rivoluzione Culturale; il ragazzino stravede per la donna al punto di promettersi come suo sposo quando sarà grande.
Gli avvenimenti poi porteranno Sister Mei lontano, verso la Mongolia e ritroviamo quindi Tiedan un decennio dopo, ormai cresciuto, che ha coltivato la passione del canto tramandatagli dal padre nel frattempo divenuto cieco. Quando Sister Mei ricompare con al seguito le sue tre figlie in fiore Tiedan per una sorta di transfer sentimentale si innamora della figlia maggiore. Da lì nel corso degli anni che passano vedremo il ragazzo perdere l'amata scippata da uno sposo mongolo, il matrimonio, quasi consolatorio, con la sorella mediana , muta e infine il suo lanciarsi nel mondo canoro folk in una compagnia errante che rappresenta storie tradizionali e leggende in lungo e largo per le regioni del nord.

martedì 10 dicembre 2013

Of Freaks and Men ( Aleksei Balabanov , 1998 )

Giudizio: 7.5/10
Pornomani , freaks e l'alba del cinema

Inizio ventesimo secolo, in una San Pietroburgo dove la forza tumultuosa della modernità e dell'incalzante capitalismo che sta assorbendo tutta l'Europa, emblematicamente rappresentata da primordiali veicoli a motore che solcano il fiume e i ponti della città, Aleksei Balabanov ambienta un altro capitolo della sua rassegna cinematografica sull'aberrazione umana.
E' l'alba del cinema inteso come arte visiva , derivazione naturale della fotografia, e il regista russo ci racconta una storia in cui psicopatici ed esaltati, registi in erba e produttori senza scrupoli pongono le basi dell'industria cinematografica: ossessione per qualcuno, interesse per qualcun altro il loro ambito è la nascente industria pornografica; fin qui nulla di particolare se non che i protagonisti di questa storia sono tutti più o meno cooptati con il raggiro se non quando con la cieca violenza e il sopruso , mentre quello che sembra essere solo un prurito che cova sotto le ceneri del puritanesimo di fine 800 si trasforma presto in una trappola micidiale. Ma l'interesse dei pornomani è rivolto anche verso i "diversi", i freaks di browningiana memoria, siano esse donne cieche che scoprono le pudenda, siano essi gemelli siamesi usati come fenomeni da baraccone.

lunedì 9 dicembre 2013

Brother [ aka Brat ] ( Aleksei Balabanov , 1997 )

Giudizio: 8/10
La nascita di un (anti)eroe

E' questo il lavoro probabilmente più famoso di Aleksei Balabanov, quello che lo fece conoscere anche al di fuori della Russia e dei circuiti festivalieri, forte anche di una certa "convenzionalità" narrativa che apparentemente fa si che il film possa essere catalogato come un noir.
Se è vero che Brat si rifà in parte a modelli narrativi più lineari, come sempre nel cinema del regista russo c'è molto di più dietro alla storia, c'è l'istantanea di un Paese appena uscito dal Comunismo nel quale la logica dell'etica è praticamente assente.
L'ascesa del giovane  Danila nell'ambiente malavitoso va di pari passo con la creazione dell'epica di un (anti)eroe, così romantico ma anche così oscillante tra il bene ed il male come un eroe di Dostoevskij. Danila , appena congedato da un esercito che ancora si lecca le ferite dell'umiliazione afghana, non ha nulla di meglio da fare che inseguire il fratello più grande che vive a San Pietroburgo ( o Leningrado come sovieticamente ogni tanto la sentiamo chiamare), millantandosi uomo d'affari, in realtà killer di mezza tacca che si dibatte tra mafiosi ceceni e russi.

venerdì 6 dicembre 2013

Cargo 200 ( Aleksei Balabanov , 2007 )

Giudizio: 9/10
Era la seconda metà del 1984 ...

" Era la seconda metà del 1984" , ci tiene a ricordarlo Aleksei Balabanov alla fine del suo lavoro, ci tiene perchè questo è il suo film sul 1984 in URSS, costruito intorno ad un episodio di cronaca vero, ma che è molto di più di una nuda cronaca filtrata dall'occhio di un cineasta mai convenzionale e che va dritto al cuore e alle viscere; è il suo dipinto livido e lercio di un pezzo di storia che ha segnato la vita di molti.
Cargo 200 non è un film forte, disturbante, eccessivo, è la lucida memoria di chi sa leggere gli eventi e li sa raccontare con una immediatezza e una profondità che hanno pochi eguali, è la certificazione della definitiva decomposizione di un gigante che olezza sempre più e che riempie tutto di larve e mosche, un gigante cui resta null'altro da fare che accogliere le bare zincate dei morti in Afghanistan (in surreali e grottesche scarpe da ginnastica bianche); tutto intorno una umanità che ha perso ogni minima regola etica e morale , che asseconda la discesa nel baratro con la cattiveria e l'ignominia che neppure dei mostri clonati possano avere. Non c'è un eroe positivo in questo Cargo 200, c'è solo bassezza e degradazione: poliziotti psicopatici e torturatori che sfruttano la divisa ed il ruolo per incutere terrore, ex galeotti che filosofeggiano su Campanella e la sua Città del Sole, giovani sbandati privi di ogni obiettivo che non sia il denaro, giovani donne che sanno solo gridare la loro influente paternità, vendicatrici silenziose e abbrutite dal disprezzo e dall'inedia, professori universitari che proteggono i loro piccoli privilegi fatti di qualche salame e qualche bottiglia in più.

giovedì 5 dicembre 2013

The Stoker [aka Kochegar] ( Aleksei Balabanov , 2010 )

Giudizio: 8/10
L'eroe di guerra e il cecchino

Il Compagno Maggiore dell'esercito è un eroe della guerra in Afghanistan, un uomo che viene dalla Yacuzia, una delle tante regioni della periferia dell'ex impero sovietico; ora sbarca il lunario come fuochista in un fatiscente ed enorme edificio alla periferia di San Pietroburgo, innevata e livida. Nel fuoco di tanto in tanto ci finiscono anche i cadaveri di coloro che incappano nelle maglie della mafia russa e a recapitare i morti è un Sergente, ex commilitone del fuochista , ora killer e faccendiere malavitoso con cui il Maggiore scambia fugacemente ricordi di guerra.
L'unica altra attività dell'uomo è quella di novello scrittore: con una macchina da scrivere arcaica , un tasto battuto alla volta con un solo dito, sta scrivendo una novella ambientata nella sua terra natale, racconto di violenze e soprusi perpetrati dai Russi.
La sua apparente indifferenza verso ciò che vede, subisce un improvviso arresto allorquando nei forni viene recapitato un cadavere non come tutti gli altri.

Me Too ( Aleksei Balabanov , 2012 )

Giudizio: 7.5 /10
La landa ghiacciata desolata, il campanile e la felicità

Il Campanile diroccato si staglia al centro di una pianura ricoperta di neve e ghiaccio, costellata di morti abbattuti da una tempesta radioattiva e di persone che il campanile ha rifiutato: o ci si dissolve in fumo verso la felicità o si muore; non c'è possibilità di ritorno da quel lembo di terra che sembra il confine di un mondo in disfacimento. Questa è la meta e l'epilogo, bellissimo e poetico, del viaggio di un manipolo di persone che cercano la felicità: un ubriacone ex militare, suo padre, un criminale incallito, un musicista che sembra uscito da un film di Kaurismaki e una prostituta, personaggi simbolo di una società al bordo del baratro, che osserva il proprio dissolvimento e si affida alla estrema risorsa dell'istinto di sopravvivenza.
E' il viaggio che Aleksei Balabanov racconta in questo suo ultimo film, testamento tristemente e teneramente profetico nel suo finale quando il regista  ci mette se stesso nella misteriosa terra ghiacciata di fronte al campanile.

mercoledì 4 dicembre 2013

Sophie's Revenge / 非常完美 ( Eva Jin / 金依萌 , 2009 )

Giudizio: 6.5/10
La commedia della vendetta

Ambiziosa produzione multinazionale diretta da Eva Jin, che è anche la sceneggiatrice , Sophie's Revenge è probabilmente il lavoro che meglio di ogni altro mostra il volto del nuovo cinema commediaiolo commerciale cinese: riferimenti molto occidentali, in particolare la commedia romantica americana, tematiche poco originali ma di sicuro effetto, cast , anche tecnico, di primo ordine con collaborazioni panasiatiche.
Tutti elementi che ben miscelati e manipolati portano al sicuro successo commerciale, in buona parte supportato anche da una certa qualità ,ma che pongono un inquietante  interrogativo: anche nel cinema cinese la globalizzazione riesce ad azzerare quelle che sono tematiche e tradizioni peculiari?
Eva Jin è forse la meno indicata , tra i registi, a farsi portabandiera della tradizione e della cultura popolare cinese, essendo artista che è maturata negli USA e quindi influenzata a livello cinematografico da certi modelli: tutto ciò si nota , direi, caretterizza Sophie's Revenge, un racconto leggero romantico in cui storie d'amore si strappano e si tentano di ricucire, altre ne nascono tra colpi di scena e momenti di ilarità crescente affidati a situazioni in cui equivoco e dabbenaggine si rincorrono; la storia della vendetta di Sophie è il classico racconto di una donna scritto da una donna con ovvia e naturale sensibilità femminile oltre che con punto di vista decentrato.

lunedì 2 dicembre 2013

The Resurrection of a Bastard ( Guido van Driel , 2013 )

Giudizio: 7.5/10
Dark comedy nella terra dei Frisoni

Il vecchio Ronnie è un gangster gigantesco, violento, specializzato nel recupero crediti, che non si crea scrupolo in nessuna situazione anche quando c'è da ammazzare di botte una donna; il nuovo Ronnie è meditativo, sensitivo, ha acuito il gusto per la buona cucina e per i buoni sentimenti; in mezzo una pallottola che gli ha sfiorato il cervello al culmine di una festa assurda.
Intorno a questo perno centrale Guido van Driel costruisce la sua opera prima direttamente derivata da una sua graphic novel: la trasformazione di un bastardo che passa per il contatto ravvicinato con la morte, si svolge in una ambientazione dove la natura ha un'anima , in una Olanda dove ancora echeggiano le tradizioni dei Frisoni, proprio nella città che vide il martirio di San Bonifacio che tento l'evangelizzazione nell'VII secolo di una terra fortemente pervasa dal misticismo dei riti pagani.
In mezzo un emigrato dall'Angola che sposa il suo animismo con la natura, un rozzo contadino in cerca di vendetta e una serie di personaggi di contorno, alcuni dei quali assolutamente straordinari.

Oldboy ( Spike Lee , 2013 )

Giudizio: 6/10
Troppa testa e poca pancia

Quando si è di fronte ad un remake cinematografico due sono le condizioni irrinunciabili alle quali si deve sottostare prima della visione: premere il tasto “delete” in quella zona del cervello in cui albergano i ricordi del film originale ed evitare di porsi la domanda “ Perchè si fa un remake?”; tutto ciò vale ancora di più quando si parla di Old Boy , lavoro del coreano Park Chan-wook che risulta uno dei film più morbosamente amati ed ammirati in questo primo scorcio di nuovo millennio.
Il lavoro di Spike Lee che vedrà la luce nelle sale italiane il 5 dicembre, si colloca a metà strada tra l’omaggio ( parole del regista) e la rilettura del testo originale (un manga giapponese) con sguardo americano.

Joe è un tipaccio, ubriacone, separato dalla moglie e dalla figlioletta che lavora nell’ambiente pubblicitario, cerca di condurre gli affari a modo suo con risultati penosi, e una sera mentre si aggira ubriaco viene rapito silenziosamente. Venti anni di detenzione alienante , in una stanza con solo un televisore e fogli di carta su cui scrivere, nutrito con pessimi ravioli fritti, a rimuginare sul perché si trova lì fino all’abbrutimento completo.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

sabato 30 novembre 2013

Dog Days [ aka Canicola ] ( Ulrich Seidl , 2001 )

Giudizio : 7/10
Miserie sotto il sole cocente

Attivo sin dagli anni ottanta come documentarista prima e come regista televisivo poi, Ulrich Seidl confeziona la sua opera prima nel 2001 , ospitata a Venezia e risultata trionfante con il Premio della Giuria.
Come poi ha confermato il corso della carriera del regista il suo primo impatto fu di quelli deflagranti, provocatori oltre il limite che non lasciano spazio alle vie di mezzo: Canicola (Day Dogs) è infatti un lavoro dal quale il primo moto d'anima che sale è il disgusto e la pena,cagionate da un turbinio di storie parallele che hanno tutte come denominatore comune le miserie di una società industriale ed urbana ridotta a brandelli.
La canicola che colpisce i dintorni di Vienna genera sudore, evoca un senso di oppressione e di insalubrità: in questo spazio segnato dall'afa si muovo alcuni personaggi in cerca di una storia, rappresentanti di un ceto medio che vive di solitudine e di squallore: la coppia separata in casa , che non regge il dolore per la perdita del figlioletto, il venditore di sistemi di sicurezza domestici costretto fare il guardiano del parcheggio, una coppia di giovanotti, remissiva lei, trucido buzzurro lui, una donna matura  invischiata in un rapporto esplosivo con un maniaco violento, il vecchio ingegnere rompiscatole e fiscalissimo che vuole festeggiare le nozze d'oro con la domestica che fa da surrogato della moglie morta , una logorroica resa cerebrolesa dalla pubblicità in perenne ricerca di un passaggio in macchina. L'ambiente è quello falsamente ordinato e pulito di tante periferie con casette a schiera in riva al fiume, parcheggi sterminati e centri commerciali a perdita d'occhio, quasi un fotografia di un epoca e di un ambiente che cerca la depersonalizzazione selvaggia.

venerdì 29 novembre 2013

One night surprise / 一夜惊喜 ( Eva Jin / 金依萌 , 2013 )

Giudizio: 6/10
Bebè in arrivo, chi sarà il padre ?

Michelle è il prototipo di donna in carriera: trentenne, bella, stimatissima nel suo lavoro di grafica pubblicitaria in cui riscuote successi a non finire, bella macchina e bella casa e naturalmente single: per avere successo è indispensabile.
La festa del suo trentaduesimo compleanno, in pacchiano stile settecentesco europeo, le regala un mese dopo la notizia che è incinta; quella sera la ragazza era naturalmente ubriaca e fuori di testa , quindi non ricorda nulla se non fugaci momenti che seguirono la baldoria.
Da una parte la caccia al presunto padre, dall'altra spasimanti che le girano intorno fanno sì che per Michelle invece di chiarirsi le idee queste le si confondono ancora di più; sarà il suo boss il padre? oppure il poco più che maggiorenne figlio della sua migliore amica che la portò in spalla nella camera d'albergo? o ancora il curioso mercante di pesce che la riempie di attenzioni? Quello che è certo è che alla notizia tutti mostrano il tipico timore e istinto alla fuga che una notizia del genere causa, tranne Tony, un collaboratore di Michelle, più giovane di lei di sette anni , cronicamente innamorato della donna, il quale si mostra premuroso nei suoi riguardi e nel suo ruolo di gestante.

mercoledì 27 novembre 2013

Intervista a Jia Zhangke


In occasione dell'uscita sugli schermi italiani di Il tocco del Peccato ( A touch of Sin), il grande regista cinese ha concesso una intervista nella quale ci parla del suo cinema, del suo interesse per il wuxia e dei suoi nuovi progetti.
Persona di disponibilità unica , Jia Zhangke si è dimostrato un vero uomo di Cinema, mai ovvio, sempre stimolante nelle sue osservazioni.
La recensione del film può essere letta Qui
L'intervista completa può essere letta su LinkinMovies.it .
La versione in lingua cinese può invece essere consultata Qui
You can read the interview in Chinese version Here

domenica 24 novembre 2013

The Midas Touch / 超级经理人 ( Andrew Fung Chi Keung / 冯志强 , 2013 )

Giudizio: 6/10
Anche gli showbiz manager hanno un'anima?

Il secondo lavoro da regista di Andrew Fung appartiene di diritto a quella ondata di commedie HKesi ambientate nel mondo dello showbiz: chiarissimo il richiamo a Diva, e non solo per la presenza dello stesso attore protagonista, Chapman To.
The Midas Touch però tende a non prendersi troppo sul serio sin dall'inizio che costituisce il primum movens di tutta la storia che parte in maniera quasi demenziale ma poi si affida ad un canovaccio logico e strutturato.
Chiu è un tirapiedi mandato a riscuotere i debiti del proprietario di una agenzia di modelle; il tapino non avendo da pagare si vede sequestrare dai riscossori tutto, compreso lo staff composto da sette belle figliuole giovanissime ed imbranate ma che aspirano alla gloria da star.
Chiu, che crede di avere l'occhio lungo, si mette in affari utilizzando la stuola di fanciulle convinto di farle diventare delle starlette e di guadagnarci sopra un sacco di soldi.

venerdì 22 novembre 2013

Tales from the dark 2 / 奇幻夜 ( Lawrence Lau / 刘国昌 , Teddy Robin / 泰迪罗宾 , Gordon Chan / 陈嘉上 , 2013 )

Giudizio: 6/10
Brevi storie di fantasmi parte seconda

Il secondo capitolo della raccolta di storie horror scritte da Lilian Lee si mantiene sui livelli del precedente , con la differenza che in questo i tre segmenti appaiono più omogenei dal punto di vista qualitativo; rimane piuttosto debole la scelta di rappresentare storie di fantasmi in cui troppo spesso è l'aspetto puramente psicologico a fare da catalizzatore, tralasciando la presenza degli spettri; il risultato è quello di offrire tre racconti che hanno un loro substrato psicoanalitico ma che difettano totalmente dal punto di vista visivo.
Pillow di Gordon Chan è lavoro addirittura quasi impalpabile a livello di tensione: tutto è giocato sullo stato d'animo della protagonista, divenuta insonne in seguito alla morte del fidanzato, solo un cuscino le regalerà la tranquillità e la possibilità di rivedere il suo ragazzo, offrendosi a lui ben più disinibita di quanto fosse in realtà. Tracce di fantasmi pochissime, tensione scarsa, racconto però ben gestito nel presentare l'ossessione della ragazza che si nutre di rimorso e di nostalgia; semmai fanno più effetto, in quanto a forza dirompente , alcune scene di sesso quasi esplicito che rendono il film intero assolutamente inadatto al mercato cinese (sesso più fantasmi-non cinesi- è mix esplosivo per la censura...).

martedì 19 novembre 2013

Another Me ( Isabel Coixet , 2013 )


Giudizio: 3/10
Questi fantasmi...

Trova spazio anche il thriller popolato di fantasmi nella rassegna ufficiale del Festival del Cinema di Roma: Another Me  della regista Isabel Coixet, infatti vorrebbe essere una di quelle storie in cui tensione e suggestioni che si materializzano nelle figure dei fantasmi fungono da filo conduttore andando a dissotterrare il passato e a dar corpo a rimorsi e paure.
Tutto ciò se giustamente miscelato può portare anche a risultati apprezzabili, sebbene il genere mostri ormai, a parte qualche eccezione, il fiato corto, ma quando tutto si  rimesta in maniera ovvia e scontata, quando non addirittura imbarazzante, il risultato è un lavoro come Another Me.
La vita dell'adolescente  Fay di punto in bianco , quando il padre si scopre malato e il quadretto famigliare subisce un declino irrimediabile, viene sconvolta: da quel momento la ragazza si sente seguita ,osservata ,spiata da una oscura presenza che sembra materializzarsi con le sue stesse fattezze. Un alter ego fantasma? Una ossessione che non si capisce bene da dove giunga? No forse è una misconosciuta sorella gemella morta in occasione del parto, rigorosamente documentata da una ecografia che il padre custodisce  gelosamente e che usa come segnalibro (risate scroscianti in sala...).

The White Storm / 扫毒 ( Benny Chan / 陈木胜 , 2013 )

Giudizio: 7.5/10
Poliziesco Hkese DOC

A chiudere il Festival del Cinema di Roma è The White Storm, ultimo lavoro di Benny Chan, presentato Fuori Concorso. Il regista HKese è considerato uno dei più validi continuatori del genere poliziesco che ha fatto la storia della Cinematografia dell'ex Colonia Britannica, a maggior ragione in questa fase storica in cui ci si interroga sempre più frequentemente se esista ancora un genere così caratterizzato.
The White Storm è un action movie che racconta la storia di tre poliziotti, amici dai tempi della gioventù, impegnati in una operazione antidroga in cui Chow,uno dei tre, funge da infiltrato nelle organizzazioni malavitose.

La fase conclusiva della missione , in Thailandia , però finisce male , proprio quando la cattura del super trafficante è ormai ad un passo, e quel che è peggio la vita dei tre viene sconvolta in maniera tragica da uno scontro fatale coi trafficanti, in una scena tra le più belle e drammatiche del film.
La Recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

lunedì 18 novembre 2013

Young Detective Dee - The Raise of the Sea dragon / 狄仁杰之神都龙王 ( Tsui Hark / 徐克 , 2013 )

Giudizio: 8/10
Il trionfo dell'ingegno visivo di Tsui Hark

Confermando la tendenza di questo Festival di Roma in cui le cose migliori le offrono i lavori fuori concorso, in dirittura finale arriva Tsui Hark con il suo ultimo lavoro, Young Detective Dee- Rise of the Sea Dragon 3D, prequel del fortunato Detective Dee and the Mistery of the Phantom Phlame di qualche anno fa, impreziosito dall'uso del 3D, che il Maestro Hkese aveva già utilizzato in Flying Swords of Dragon Gate.
Siamo ancora nella Cina della Dinastia Tang, in cui l'Imperatrice Wu si afferma sempre più come il reale monarca dell'Impero Celeste, facendo crescere il malcontento dell'aristocrazia per il suo ruolo, aspetto che nel precedente lavoro costituiva uno dei cardini narrativi; la flotta imperiale viene devastata dall'improvvisa comparsa di un mostro marino che emerge dalle acque per distruggere navi e seminare morte.

La popolazione, soggiogata dalla superstizione crede che il mostro non sia altro che l'incarnazione del Dragone del Mare, motivo per cui viene deciso un sacrifico, la cui vittima designata  è la cortigiana Yin, la donna più bella della Capitale.
La Recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

domenica 17 novembre 2013

Seventh Code ( Kurosawa Kiyoshi , 2013 )


Giudizio: 6/10
La metamorfosi femminea secondo Kurosawa

Vladivostok, città di frontiera, periferico lembo della Russia che sembra volersi lanciare verso l'estremo oriente asiatico, una giovane giunta da Tokyo è alla affannosa ricerca di un uomo; quando riesce ad incontrarlo gli ricorda di un incontro fugace in un locale di Tokyo, lui non sa di cosa lei parli.
Chi sarà questa donna? Una in preda ad una ossessione amorosa? Una stalker? Nonostante il rifiuto e i vari guai che le accadono  e nonostante la raccomandazione dell'uomo "Stai attenta ai Russi" , la ragazza non si da per vinta e riuscirà a intercettarlo nuovamente.
Finale che scivola sui più classici canoni da spy story con sottofinale musicale.

Hard to be God ( Aleksei Jurevic German , 2013 )


Giudizio: 8/10
La potenza delle immagini

Quando nel febbraio di quest'anno il regista russo Aleksei Jurevic German venne a mancare all'età di 75 anni, da pochi giorni il Festival di Roma aveva deciso di assegnargli il Premio alla Carriera; a ritirarlo sono giunti moglie e figlio portando con sè l'ultimo lavoro del regista rimasto incompiuto e portato a termine da loro stessi. 
Hard to be God è lavoro straordinario sotto molteplici punti di vista: anzitutto la genesi visto che nelle intenzioni di German questo doveva essere il suo film d'esordio nei lontani anni 60; poi le vicissitudini politiche dell'URSS e i problemi con la censura , oltre alle difficoltà economiche obbligarono German a mettere da parte il progetto fino al 2000, anno in cui iniziarono le riprese che terminarono 8 anni dopo; da allora il cineasta russo è stato impegnato in un titanico lavoro di montaggio fino alla sua morte.

Volantin cortao ( Diego Ayala , Anibal Jofrè , 2013 )

Giudizio: 5/10
Gioventù cilena inquieta

I due giovani registi cileni Diego Ayala e Anibal Jofrè, alla loro opera seconda, portano sugli schermi del Festival di Roma Volantin cortao, breve lungometraggio che si muove tra il film sociale e il dramma.
Paulina è una giovane ragazza che svolge il tirocinio come assistente sociale presso un centro di detenzione e rieducazione per giovani che hanno commesso reati, da subito si intuisce che la ragazza ha un approccio forse troppo comprensivo coi ragazzi, quasi che non riuscisse a sentirsi dall'altra parte della barricata; inoltre , in seguito ad una discussione avuta coi genitori, intuiamo che la sua scelta di svolgere un lavoro così delicato è dettata più dalla necessità di avere un lavoro che dalla reale passione per esso.

Un po' alla volta la ragazza, anche in seguito a qualche ramanzina ricevuta dai suoi superiori,  tende a passare dall'altra parte della linea: inizia a frequentare un giovane del centro col quale instaura un rapporto che va oltre l'amicizia.
La Recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

Take Five ( Guido Lombardi , 2013 )


Giudizio: 7/10
Si parte dalla Commedia all'italiana e si arriva al noir

Finalmente uno sprazzo di luce nostrana sul Festival di Roma che fino ad ora ha confermato lo stato di depressione del Cinema italiano: il merito è di Take Five di Guido Lombardi che già nel 2012 ottenne a Venezia il Leone del Futuro con Là-Bas.
Il film è un gustoso mix di noir e action movie sullo sfondo (o forse meglio nelle viscere) di una Napoli che rimane però molto defilata , evitando così la atavica trappola del macchiettismo e del folklore, ahimè troppo spesso fatale.

L'idea di partenza è una divertente citazione de I soliti ignoti, caposaldo della Commedia all'Italiana classica: cinque personaggi tutti diversi tra loro, con vissuti diversi, con stili di vita anche lontani ma accomunati dalla cronica necessità di soldi.
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The Mole Song-Undercover Agent Rieji ( Miike Takashi , 2013 )

Giudizio: 7.5/10
La rilettura di Miike dello yakuza movie

L'agente Reiji Kikukawa è una leggenda: è il diplomato presso l'Accademia di Polizia con il peggior risultato della Storia, ed in effetti pur nel suo essere zelante, ne azzecca veramente poche, motivo per cui viene licenziato e subito riassunto come agente da infiltrare in una famiglia yakuza per assicurare alla giustizia il boss dei boss.
Dopo un addestramento che serve a mettere in evidenza le sue doti di reggere la pressione , fatto di canzonette, prove di coraggio e di autocontrollo, la missione ha inizio e l'agente Reiji, pur nella sua peculiare originalità e assurdità, riesce a scalare i vertici dell'organizzazione.
Detto così sembrerebbe il solito yakuza movie che tante volte abbiamo visto, raccontato in varie maniere, nel cinema giapponese, ma quando a dirigere c'è Miike Takashi, nulla di convenzionale ci si può attendere.

TIR ( Alberto Fasulo , 2013 )


Giudizio: 6.5/10
Una vita sul camion

Il terzo film italiano  in Concorso al Festival di Roma, TIR, è diretto da Alberto Fasulo, passato di apprezzato documentarista, che si cimenta per la prima volta in un film di fiction.
L'impostazione documentaristica del regista però non tarda ad evidenziarsi, TIR è infatti anche un racconto per immagini che si struttura come un documentario sulla vita di un camionista, descritta con dovizia di particolari dal regista che ha vissuto in simbiosi con l'attore per alcuni mesi girovagando l'europa a bordo di quei mostri su ruote gommate.
Branko è un insegnante che di fronte allo scarso stipendio e alle ancor più scarse possibilità di un lavoro stabile decide di lavorare come autista di un TIR solcano le strade d'Europa in luogo e in largo, stando lontano da casa per settimane intere.Gli unici contatti che squarciano la sua solitudine sono i colleghi di lavoro coi quali , a volte viaggia in coppia e le gracchianti conversazioni e telefoniche con la moglie che vorrebbe convincere il marito a tornare ad una vita più tranquilla.
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venerdì 15 novembre 2013

Blue sky bones ( Cui Jian / 崔健 , 2013 )

Giudizio: 8/10
La Storia di una canzone

Cui Jian è personaggio tra i più importanti nel panorama artistico cinese, antesignano del Rock, musicista che ha spesso accompagnato le performance dei più grandi gruppi occidentali, in qualche modo emblema della rivolta del 1989 culminata coi ben noti fatti di Piazza Tienanmen, regista insieme a Fruit Chan di un lavoro sul terremoto che colpì il Sichuan e presentato a Venezia nel 2009.
Al Festival di Roma arriva in Concorso la sua opera prima,  lavoro diretto interamente da lui, Blue Sky Bones.

Il film ha una storia che alterna con coraggio e spirito innovativo passato e presente, affondando le radici nella biografia del regista: è infatti il giovane Zhong Hua a raccontare una storia famigliare, sulla base di un racconto scrittogli dal genitore, partendo dagli anni della Rivoluzione culturale quando il padre e la madre si conobbero e si sposarono fino a giungere ad oggi seguendo il filo sottile di una canzone che la madre compose in gioventù e che le costò l'allontanamento dal partito, perché intrisa di idee borghesi problematiche.
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Acrid ( Kiarash Asadizadeh , 2013 )

Giudizio: 6.5/10
Girotondo di coppie in crisi

Una chiara e  tracciabilissima linea circolare  disegna il percorso del film iraniano Acrid del regista Kiarash Asadizadeh: storie di coppie di tutte le età e di tutte le realtà sociali del'Iran moderno, svincolate da sottofondi sociali e/o politici, si svolgono sotto gli occhi dello spettatore.

La coppia dell'alta borghesia , ginecologo lui infermiera lei (cocktail esplosivo per definizione), alle prese con la crisi coniugale di mezza età che si abbatte su di lui (impenitente donnaiuolo) e su di lei totalmente rancorosa verso il marito; la coppia del ceto medio con lei segretaria del ginecologo di cui prima e lui titolare di una autoscuola con amante che vivono con ferocia odio il loro rapporto non risparmiando scenate dolorose ai giovani figli; la giovane insegnante , amante del tassista, a sua volta mollata da un uomo violento e la sua amica alle prese con un marito ubriacone dal quale non riesce a liberarsi, la coppia giovane, poco più che adolescenziale che vive il suo rapporto amoroso nelle mura dei campus universitari ma che ben presto scoprirà il dramma della disillusione.
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giovedì 14 novembre 2013

I Corpi estranei ( Mirko Locatelli , 2013 )


Giudizio: 4.5/10
La solitudine che si oppone a tutto

Il primo film italiano in Concorso al festival di Roma è l'opera seconda di Mirko Locatelli, autore già svariati documentari, oltre che produttore cinematografico: I Corpi Estranei cerca di ripercorre quelli che sono i temi preferiti del regista, in larga parte indotti dalla sua esperienza personale: la malattia e l'adolescenza.
Antonio giunge a Milano, tappa finale del viaggio della speranza per cercare di curare il figlioletto malato di cancro al cervello; è un uomo solitario , schivo, al limite della rudezza, in macchina scolta sempre il notiziario sulla viabilità anche quando sta fermo nei parcheggi , non ama il contatto con gli altri, a maggior ragione se di magrebini si tratta; nella stanza accanto a quella del figlio giace malato un ragazzo tunisino, cui fanno compagnia altri giovani con cui Antonio è, obtorto collo, costretto a relazionarsi.
Come impianto iniziale la storia avrebbe anche i giusti connotati, ma nel momento di svilupparla, Locatelli non riesce quasi mai ad essere convincente , anzi si perde in situazioni che appaiono al limite dell'inverosimile.
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Out of the furnace ( Scott Cooper , 2013 )


Giudizio: 6.5/10
L' America delle ciminiere e delle ferraglie industriali

L'opera seconda del regista americano Scott Copper, autore di quel Crazy Heart che portò a casa l'Oscar per l'interpretazione di Jeff Bridges, è una storia "americana" a tutto tondo, genuina sin dalle scene iniziali; una storia americana anche nel senso limitativo dal punto di vista narrativo.
Siamo nella America delle grandi industrie le cui fornaci e gli altoforni lasciano impressa una sensazione di abbandono e di mestizia, tra ferraglie che arrugginiscono al sole e fabbriche che fumano grigio ancora per poco perché "l'acciaio ormai conviene comprarlo direttamente dalla Cina, costa meno"; siamo in una Pennsylvania depressa , in cui Russel vive col padre malato , lavora nell'acciaieria, tiene d'occhio il fratello minore, reduce dalla Guerra in Iraq ( che novità…), trascorre insomma una vita non certo di quelle da ricordare, ogni tanto una sbronza, la fidanzata amorevole , fino a quando un tragico incidente lo spedisce in galera.
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Quod erat demonstrandum ( Andrei Gruzsniczki , 2013 )




Giudizio: 6.5/10
Come eravamo rumeno

Un bianco e nero vintage di quelli d'annata avvolge le vicende raccontate in Quod Erat Demonstrandum del regista rumeno Andrei Gruzsniczki: facce, abiti, macchine, arredamenti da anni ottanta con le foto di Ceaucescu che ti guardano ovunque, una Securitate che tutto sa e che tutto muove, un giovane matematico che manda le sue pubblicazioni scientifiche in Occidente scatenando le ire delle autorità che lottano contro le idee controrivoluzionarie e borghesi, una giovane donna separata dal marito che vive a Parigi ed in attesa di ricongiungersi, lei e il figlioletto, con lui, un anziano padre che ormai le ha viste tutte e che ben conosce certe dinamiche e certi processi di una società grigia.
Questo l'impianto , volutamente caratterizzato , del lavoro rumeno , presentato al Festival di Roma in Concorso: è un "come eravamo" così simile a tanti film che hanno fatto della guerra fredda uno dei cardini del cinema degli anni 80-90.

mercoledì 13 novembre 2013

A Vida Invisivel ( Vitor Goncalves , 2013 )


Giudizio: 3.5/10
Cinema di Idee ma  senza anima

La sottile linea rossa che unisce la gran parte dei lavori presentati in concorso in questa prima metà del Festival di Roma è costituita dal tratteggio oscuro dei protagonisti delle storie: esistenze silenziose, buie, spesso squallidamente ordinarie, motivo per cui il protagonista e tutta la vicenda raccontata in A Vida Invisivel del portoghese Vitor Goncalves non crea alcun tipo di sorpresa; semmai quello che lascia il povero spettatore interdetto (è un chiaro eufemismo) è la assoluta ermetica illeggibilità di quanto sta osservando.
Sin dall'inizio Hugo, il protagonista, un melanconico e taciturno impiegato, appare attanagliato da un travaglio emotivo scaturito dalla visione di alcuni filmino in super8 del suo anziano collega Antonio, morto qualche giorno prima.
Antonio appare come una sorta di mentore del giovane, un personaggio al quale , si intuisce Hugo si appoggia spesso.
Il racconto procede tra balzi temporali in cui il protagonista racconta del collega e situazioni che con snervante lentezza si propongo, quale l'incontro dopo anni con una sua ex fidanzata con la quale sembra voler nuovamente riprendere una vita in comune.
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Sorrow and Joy ( Nils Malmros , 2013 )


Giudizio: 7/10
Il Racconto intimo di una tragedia

Il film danese Sorrow and Joy del regista Nils Malmros possiede uno dei pregi più importanti per una opera cinematografica: è una storia autobiografica , per di più di altissima drammaticità, che disegna i contorni di un dramma personale vissuto trenta anni orsono dal regista stesso, ed è autobiografico fino in fondo, risultando in conclusione una vera cronaca di una tragedia personale.
Il giovane regista Johannes torna a casa da un impegno di lavoro e apprende che la moglie Signe ha ucciso la figlioletta di nemmeno un anno.
Il fulmine iniziale getta subito il film nel dramma più cupo, rimanendo fedele in questo a certo cinema d'autore tipicamente scandinavo e danese in particolare.
Nel corso del racconto che oscilla tra passato e presente, con frequenti flashback narrativi, conosciamo la storia della coppia che appare sin da subito identificarsi con la classica coppia sbilanciata: brillante intellettualmente lui, dominante che opprime , probabilmente senza neppure rendersene conto, fragile e con un passato di depressione lei che sente il peso dell'uomo e della sua personalità; situazioni simili, fisiologiche fin quando nella coppia si individua l'elemento leader, diventano ben presto border line dal punto di vista psichiatrico.

martedì 12 novembre 2013

Entre nos ( Paulo Morelli , Pedro Morelli , 2013 )


Giudizio: 6/10
Il Grande freddo carioca

Nel bel mezzo di una campagna isolata e silenziosa un gruppo di giovani , tanto simili ai freakettoni europei anni 80, passano il loro tempo tra bevute, fumate e chiacchiere su progetti editoriali più e meno avanzati; il rito prevede , prima di ripartire, di scrivere ciascuno una lettera che poi, insieme alle altre verrà seppellita per essere poi riesumata dieci anni dopo. Il clima da idillio è però rovinato da un incidente in cui muore il più carismatico del gruppo.

Dieci anni dopo, siamo nel 2002, il gruppo si ritrova, ognuno col suo carico di repressioni, di frustrazioni, di successi, risultato di vite vissute in modo diverso; alcuni sono divenuti marito e moglie, altri inseguono un ricordo, altri ancora vivono nel rimpianto: un Big Chill in salsa brasilera a tutti gli effetti, in cui verità nascoste, sentimenti tenuti schiacciati in un angolo e rimorsi verranno lentamente a galla lacerando il clima goliardico e cameratesco. Per molti sarà una resa dei conti con se stessi che il solo rimembrare non sarà in grado di appianare.
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Dallas Buyers Club ( Jean-Marc Vallèe , 2013 )

Giudizio: 6/10
Il Revival dei tempi della "punizione divina"

Dallas, Texas, all'acme dell'esplosione del flagello "divino" che fu l'AIDS: il puttaniere incallito, fumatore, bevitore,sniffatore, imbroglione e omofobo Ron, appassionato di rodei coi tori, si scopre sieropositivo: impossibile, lui non è come quei "froci rottinculo", lui non si buca, quindi sicuramente c'è un errore. 
Naturalmente non è così, e sebbene i medici gli abbiano emesso la fatidica e fallace sentenza di morte che avverrà entro 30 giorni, l'uomo dapprima rifiuta di accettare il suo destino , ma poi inizia la sua personale e truffaldina battaglia contro l'AZT, unico farmaco allora disponibile, in favore di terapie alternative che si procura in Messico. Trova anche il modo di mettere in piedi un business , creando una associazione, quella che da il titolo al film, alla quale rivolgersi pagando una quota di iscrizione che da diritto alle cure alternative.

In questo frangente l'uomo riacquista un po' di quella umanità che sembrava non possedere, sgretolando il personale muro di cinismo e  diventa addirittura amico di un travestito anche lui malato di Aids , suo socio d'affari.
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I Am not Him ( Tafyun Pirselimoglu , 2013 )


Giudizio: 6.5/10
Cambiare vita ed identità

Nihat è un uomo di mezza età, introverso, taciturno e solitario che anche sul luogo di lavoro trova ben poche occasioni per socializzare. L'unica persona che sembra far breccia nel muro che lo circonda è la collega Ayse, stranamente e curiosamente attratta da lui.
Il rapporto tra di due , fatto di pochi gesti e ancor meno parole sembra però avere una sua stabilità che raggiunge addirittura dei momenti di piccola tenerezza, fino a quando dapprima una strana e stupefacente somiglianza dell'uomo col marito carcerato della donna e una serie di eventi apparentemente slegati conducono dritti in un racconto che fa della circolarità narrativa il suo punto forte.
Quello che all'inizio sembra un racconto che strizza l'occhio all'Hitchcock di La donna che visse due volte, diventa pian piano una riflessione sulla celata (ma non tanto) aspirazione dell'uomo a cambiare vita, sacrificando persino la sua identità.

Il regista (ma non solo) turco Tayfun Pirselimoglu, sceglie un film dai toni lenti, introspettivi per raccontare una storia di solitudine incrociata che trova  nella ricerca di un'altra identità la sua via d'uscita.
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Manto acuifero ( Michael Rowe , 2013 )


Giudizio: 4/10
Il Nastro Bianco tequila e chili

Una bambina come tante con genitori separati come tanti, la mamma col suo nuovo partner: il triangolo di situazioni appare subito di quelli fin troppo standard. Carolina, la ragazzina, è solitaria, introversa, trova solo nel rapporto con la natura popolata di insetti o ed altri animali la sua giusta dimensione (Il padre è entomologo , quindi è scritto nel DNA).
Tutto intorno a lei appare in ordine: la casa, il giardino, la quiete di una famiglia tranquilla; solo lei sembra il punto oscuro di una situazione altrimenti quasi perfetta.
Poi ci sono le galline e i galli, le uova deposte, la ragazzina che cerca di isolarsi ancora di più dal mondo calandosi in un pozzo poco profondo portandosi dietro le sue poche cose con cui passare il tempo.

Naturalmente la madre non si accorge delle inquietudini della ragazzina , sembra più interessata a compiacere il suo nuovo partner; la casa ha orecchie ovunque di cui Carolina si serve per entrare di soppiatto nel mondo (compreso il letto) degli adulti.
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Stalingrad 3D ( Fedor Bondarchuck , 2013 )

Giudizio: 7/10
L'amore ai tempi di Stalingrado

La Battaglia di Stalingrado fu non solo uno dei momenti decisivi per le sorti della Seconda Guerra Mondiale, ma nei decenni è diventato uno degli eventi più ricordati nella Storia dell'Umanità anche grazie al Cinema che ha contribuito a ingigantirne gli aspetti epici.
Il figlio d'arte Fedor Bondarchuck firma la sua versione su quell'evento grazie ad un kolossal che ben si coniuga con la drammaticità dell'evento, arricchito, per di più, da un 3D che non oscura bensì si compenetra con equilibrio con la storia.
Raccontare la battaglia di Stalingrado in maniera storicamente esaustiva è opera improba essendo l'evento durato molti mesi, per cui Bondarchuck decide di raccontare un episodio svoltosi durante il sanguinoso contrapporsi tra le truppe tedesche e quelle russe e lo fa partendo da molto lontano, creando quasi un filo sottile coi giorni nostri: infatti le vicende prendono spunto dal disastroso tsunami che sconvolse l'Estremo oriente qualche anno orsono; un gruppo di soccorritori russi , impegnato nel salvataggio di alcuni superstiti sepolti,è guidato da un uomo in qualche modo figlio della Battaglia di Stalingrado; da lì parte il racconto sulla giovane madre dell'uomo e di quelli che lui chiama i "miei cinque padri", un manipolo di soldati russi che si contrapposero ai tedeschi come avanguardia, asserragliati in una grande casa in rovina nella quale è rimasta ad abitare solo quella giovane donna che diverrà la madre del narratore.

sabato 9 novembre 2013

Snowpiercer ( Bong Joon-ho , 2013 )


Giudizio: 8/10
L'apocalisse di Bong Joon-ho

Nel 2017 il pianeta terra è vicino allo sterminio per l'effetto serra; gli scienziati escogitano un sistema che dovrebbe provocare il raffreddamento riportando le temperature a valori più compatibili con la vita.L'esperimento fallisce e il pianeta va incontro ad una glaciazione che distrugge ogni forma di vita, escluso un gruppo di persone che si trova su lo Snowpiercer un treno superveloce e modernissimo, Arca di Noè sferragliante del terzo millennio che fa il giro del mondo in continuazione permettendo ai sopravvissuti di non morire congelati. Diciassette anni dopo il treno è divenuto un microcosmo viaggiante all'interno del quale tutto è diviso secondo rigide classi sociali, in cui i poveracci stanno i coda e i ricchi in testa; a guidare questo oggetto sopravvissuto alla glaciazione il suo ideatore , un magnate dell'industria pesante.
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martedì 5 novembre 2013

Crimes of Passion / 一場風花雪月的事 ( Gao Qunshu / 高群书 , 2013 )

Giudizio: 7/10
Dovere e sentimento

Un oggetto d'arte di inestimabile valore rubato, etichettato come tesoro nazionale, mette in moto un incrocio pericoloso di famiglie mafiose coreane e giapponesi nella Shenzhen che fu la città prototipo in cui la rivoluzione economica della Cina ebbe inizio. La polizia nel tentativo di recuperare il tesoro mette le mani sul più giovane rampollo della famiglia coreana che , si presume, possieda il prezioso oggetto, inducendolo alla collaborazione; alle calcagna del giovane, nel ruolo di protettrice c'è l'inquieta agente Yueyue, alle prese con problemi di coscienza e con un rapporto tribolato col collega Xue.
Il rapporto tra i due scivola ben presto in terreni limacciosi mettendo in moto una serie di eventi a cascata che segnano la vita dei protagonisti in maniera pesante.
Al di fuori dei lavori più ambiziosi, e non tutti perfettamente riusciti , come The Message e Wind Blast, il regista Gao Qunshu ha sempre osservato il mondo della polizia, traendo i risultati migliori, soprattutto con Beijing Blues, lavoro che gli è valso il Golden Horse dello scorso anno.

sabato 2 novembre 2013

Reality ( Matteo Garrone , 2012 )

Giudizio: 7/10
Il confine tra realtà e finzione

L'inizio è di quelli abbaglianti: un lungo piano sequenza segue dall'alto una carrozza che si avvicina ad una villa dove, tra costumi settecenteschi e parrucche , si celebrano dei matrimoni all'insegna del kitsch e del pacchiano.
Siamo a Napoli, e la scena iniziale apre un racconto in cui , da subito, la finzione diventa protagonista: tra applausi, ospiti beceri, travestimenti, urla e deliri da stadio spunta quasi per caso Luciano, un pescivendolo dall'innata simpatia tipicamente partenopea che si diverte con travestimenti ed anima le feste di matrimonio, con tanto di famiglia al seguito.
E' proprio la simpatia e la spigliatezza dell'uomo che lo spingono , anche su pressioni calzanti della famiglia , a partecipare qualche giorno dopo ad un provino per il Grande Fratello cui segue una ulteriore selezione a Roma, a Cinecittà, quella che una volta era la mecca del sogno cinematografico italiano.

venerdì 1 novembre 2013

Dark Touch ( Marina De Van , 2013 )


Giudizio: 6.5/10
La piccola vendicatrice sterminatrice

Dopo il bellissimo Dans ma peau e l'ingiustamente bistrattato Ne te retourn pas, la regista francese Marina De Van dirige questa singolare coproduzione franco-svedese-irlandese, film che pur presentando una traccia coerente coi precedenti lavori , si affida maggiormente a canoni da horror più sperimentato e classico.
La regista ha sempre avuto una particolare attenzione alla sofferenza corporea intesa in senso stretto, ed il lavoro di esordio è senz'altro la pietra miliare di questa sua visione, e anche in un film come Dark Touch, che si appoggia più ad atmosfere da horror soprannaturale, questo tema è ugualmente sviscerato.
Il contesto in cui si muove la ricerca della De Van è quello dell'infanzia maltrattata e violentata e la sua eroina è stavolta una ragazzina unica superstite di un massacro famigliare inspiegabile che sembrerebbe a prima vista l'esecrabile gesto di una gang che sconvolge la tranquilla provincia irlandese.

giovedì 24 ottobre 2013

Mongolian Ping Pong / 绿草地 ( Ning Hao / 宁浩 , 2004 )

Giudizio: 8/10
"La Palla della Nazione"

Diplomatosi alla prestigiosa Beijing Film Academy, Ning Hao è senza dubbio uno dei registi più interessanti nell'ambito del panorama cinematografico cinese, soprattutto grazie alla sua originalità. Sebbene il grande successo sia giunto con Crazy Stone prima e Crazy Racer poi ed infine con Guns and Roses, tutti lavori in cui la commedia brillante si coniuga ad un atmosfera scanzonata e spesso quasi surreale, il suo primo lavoro in assoluto, questo Mongolian Ping Pong, si discosta un po' dai canoni che successivamente hanno fatto del regista uno degli autori cinesi più brillanti.
Pur costruendo un film che sembra più una descrizione etnologica e naturalistica, nel suo interno sono però vivi i segni della sua fantasia narrativa un po' stralunata e mai ovvia.
Nelle grandi pianure mongole abitate dai nomadi che ancora venerano Gengis Khan come un Dio, un gruppo di ragazzini svegli e intraprendenti trova quasi per caso in un fiume una pallina da ping pong che a loro però, ignari dello sport nazionale, sembra quasi una apparizione mistica: spiriti del fiume che affiorano? misterioso oggetto incomprensibile?

martedì 22 ottobre 2013

Nobody's Daughter Haewon ( Hong Sang-soo , 2013 )

Giudizio: 5.5/10
Tra sogno e realtà

Avviluppato in un autocitazionismo quasi narcisistico, Hong Sang-soo prosegue nel suo percorso cinematografico che da un po' di tempo ormai è incapace di regalare piacevoli sorprese come furono i suoi primi lavori; con Nobody's daughter Haewon se non altro introduce qualche novità narrativa e l'impressione di vedere il solito film ripassato in varie salsa è sicuramente meno tangibile.

E' il racconto, sotto forma di diario, in parte onirico (forse), dei malesseri di una giovane studentessa aspirante attrice: parte dal giorno in cui deve incontrare la madre che sta per emigrare in Canada ( e qui la prima citazione che spiega perchè Hong è così amato in Francia, la comparsata di Jane Birkin che addirittura dice ad Haewon che è identica a sua figlia…), prosegue nell'incontro con il suo professore , nonchè amante sposato e , tanto per cambiare, regista fallito e in una classica cena in stile coreano (ubriachiamoci e sputtaniamoci) e si conclude con un lungo sogno, espressione di aspirazioni e desideri, in cui la ragazza immagini maturi professori divorziati che chiedono di sposarla e un incontro con l'amante che nel frattempo è stato cacciato di casa.
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lunedì 21 ottobre 2013

Sapi ( Brillante Mendoza , 2013 )

Giudizio: 5.5/10
Il Demonio secondo Mendoza

Brillante Mendoza è regista che soprattutto negli ultimi anni ha spaziato all'interno dei vari generi cinematografici, mantenendo però sempre una certa coerenza tecnica e narrativa.
Sapi è stato un po' troppo teatralmente etichettato come il primo film horror girato dal cineasta filippino, in realtà il film pur presentando aspetti del genere, peraltro piuttosto accennati e non particolarmente raffinati dal punto di vista tecnico, lascia piuttosto interdetti perchè in più di una occasione si ha l'impressione di assistere ad una sorta di riflessione demoniaca dell'autore ben poco esplicitata.

Quello che invece più emerge nel film è una caustica e spietata critica del mondo dei media e dell'informazione.
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venerdì 18 ottobre 2013

A fallible girl ( Conrad Clark , 2013 )



Giudizio: 7/10
Desiderio di rivalsa in mezzo al deserto

Fallible girl del regista inglese Conrad Clark, qui alla sua opera seconda, prende spunto da un corto del regista stesso, diretto qualche anno fa, per sviluppare una serie di tematiche che sembrano calzare alla perfezione nell'epoca della globalizzazione.
Due ragazze cinesi gestiscono una fattoria nel deserto, tra Dubai ed Abu Dhabi, nella quale producono funghi: alle difficoltà immaginabili, si aggiunge una manodopera con la quale è difficile anche solo comunicare oltre ad una produzione che non riesce a coprire le spese.

Le due ragazze hanno alle spalle un passato fatto di localacci e salette karaoke alle quali cercano di ribellarsi con fierezza. Lifei è caparbia, dura e vuole andare dritta al risultato, Yaya invece ben presto è sopraffatta dalla delusione e ritorna alla sua vita; le due ragazze vivono assieme, ma la convivenza non è facile, nonostante si intuisca il forte legame che le unisce.
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