sabato 19 novembre 2016

Thanatos,Drunk / 醉.生夢死 ( Chang Tso-chi / 張作驥 , 2015 )




Thanatos, Drunk (2015) on IMDb
Giudizio: 7/10

Film tra i più premiati ed osannati dell'anno, tanto in Occidente che in Asia, Thanatos Drunk del regista taiwanese Chang Tso-chi, autore tra i più interessanti di quella New Wave che ha cercato di riportare agli antichi splendori il cinema di Taiwan, vincitore per due volte del prestigioso Golden Horse, è film che fa del suo verismo e del racconto di emarginazioni e disagi il suo fulcro narrativo.
Il film si apre con una intensa scena che vede protagonisti Rat e la madre: il primo è uno sfaccendato in cerca di guai, la seconda una alcolizzata che vive nel ricordo di una giovinezza e di un uomo che sono ormai  solo passato remoto; la madre si preoccupa per il figlio in maniera ossessiva, quest'ultimo sopporta con fastidio le attenzioni pressanti della madre, rinfacciandole che lei vedeva solo per il fratello emigrato in America un futuro degno.


Il preambolo al film è essenziale: notiamo come Rat sia stranamente attratto dalle formiche, come la sua esistenza sia sempre ai margini, come la figura materna sia colossale e invadente nella vita del ragazzo; finito il prologo ritroviamo Rat e il fratello tornato dall'America perchè la madre è morta.
Negli States Shenghe è stato mollato dal fidanzato e ora lavora a Taipei in un gay pub come ballerino, tra i due fratelli sembra esistere solo indifferenza; entrambi sono  più rivolti verso il fidanzato della cugina  Shuo, che vive con loro, un gigolò da bar che allieta ricche signore in cerca di passatempi viziosi.
E' su questo triangolo tutto maschile che si imbastisce la storia di Thanatos, Drunk, un racconto fatto più di intensità emotiva e silenzi che altro: tutti i personaggi, anche quelli di contorno cercano una via d'uscita dalla condizione in cui si trovano, quella di emarginati e di alienati. 
Rat ha una relazione con una prostituta muta sempre in mezzo ai guai di cui lui si prende cura e che difende dagli oltraggi, Shenghe e Shuo cadono rispettivamente uno nelle braccia dell'altro alla ricerca di una intimità di affetti che intorno a loro non esiste e che genera una aridità sentimentale che raggela; la cugina dei due fratelli disapprova la vita scelta da Shuo fin quasi giungere alle estreme conclusioni; ma su tutto aleggia il senso di morte , quello che suscita la figura materna , che in un confuso alternarsi di flashback, si concretizza nella scena del suo ritrovamento da morta.

La figura materna come un personaggio titanico, scossa dall'alcool, dal nichilismo e dal suo amore soffocante per i figli a loro volta segnati da quella figura così ingombrante.
Thanatos Drunk è senza dubbio lavoro sentito, alimentato da una sincera ricerca di un linguaggio cinematografico fatto molto di immagini, di chiaroscuri, di musiche, di scorci urbani degradati, tipici delle periferie, nel quale però Chang ha l'ambizione di voler innestare una serie di tematiche forti e potenti, in una escalation di situazioni che progressivamente vanno ad ingrossare l'impianto narrativo fino a renderlo troppo voluminoso, con la inevitabile conclusione che molto sembra poi tratteggiato con troppa superficialità.
Sta in questo alternarsi di cose egregie, tra cui va segnalata la prova di tutti gli attori, con altre non completamente espresse in maniera compiuta che la pellicola di Chang si dibatte: se il senso del dramma è sempre efficacemente presente, il compenetrarsi dei piani temporali, ad esempio, tende a creare più confusione che altro e va a scalfire quella patina di verismo che costituisce il pregio probabilmente migliore del film e che in alcuni momenti raggiunge livelli di poesia rimarchevoli.
Film valido quindi, interessante e con spunti notevoli che però soffre del difetto di una mancanza di misura nella scelta delle tematiche; non stupisce il fatto che Thanatos, Drunk abbia folgorato più di una giuria e gran parte della critica: è il destino dei film che sanno comunque centrare il bersaglio grazie alla loro forza narrativa, anche quando nel complesso soffrono di una evidente imperfezione.


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