venerdì 23 dicembre 2016

After the Storm ( Kore-eda Hirokazu , 2016 )




After the Storm (2016) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Con After the Storm, transitato anche esso per Cannes, seppure nella sezione collaterale di Un Certain Regard, Kore-eda Hirokazu, prosegue nel suo ormai ventennale racconto sulle relazioni famigliari e sui loro sviluppi in rapporto al singolo individuo.
I film di Kore-eda hanno quel marchio talmente netto e inconfondibile da risultare da subito ben connotati, coerenti con la ricerca cinematografica del regista sia dal punto di vista del linguaggio che da quello dello stile.
Lungi dall'essere un limite , come da qualche parte viene riferito, la famigliarietà delle atmosfere e delle tematiche raccontate, sono per lo spettatore un modo per potersi calare senza grosse difficoltà nella trama della pellicola.
After the Storm in tal senso è l'ennesima prova della grande capacità del regista giapponese di raccontare una quotidianità talmente semplice da poter sembrare quasi banale, salvo poi accorgersi che quello a cui assistiamo è veramente il racconto di vite che dallo schermo vanno a stuzzicare le nostre corde interiori.


La storia ha per protagonista Ryota, un tempo romanziere di successo ma ormai da dieci anni svuotato di ogni ispirazione  e ridotto a svolgere un lavoro da detective privato da quattro soldi, dopo che la famiglia è andata distrutta con la separazione dalla moglie Kyoko e dal figlio Shingo che può vedere una volta al mese, giusto allo scadere del termine per pagare la rata mensile di sostentamento; come non bastasse Ryota è impelagato in maniera compulsiva con le scommesse dove sperpera quel poco che riesce a mettere insieme. Una vita insomma alla deriva, sulle orme di un padre , morto da poco, bugiardo e scommettitore incallito anche lui di cui neppure l'anziana madre che vive da sola riesce a serbare un ricordo positivo.
Ryota però ancora non riesce a farsi una ragione della separazione, spia la moglie col suo nuovo compagno e carpisce al figlio informazioni sulla donna.

L'anziana di turno che funge da catalizzatrice e da vecchia saggio di turno è la madre di Ryota, presso la cui casa in una notte di tempesta annunciata ripetutamente durante il film dai notiziari, la famiglia si riunisce in un incontro che alla fine avrà una funzione di catarsi.
After the Storm, così come fu Our Little Sister, è un film che potremmo definire "minore" nella cinematografia di Kore-eda, in quanto non possiede la forza drammatica, seppur sommessa, di alcuni dei suoi lavori maggiori, anzi il tono è prevalentemente quello della commedia, soprattutto nei momenti di confronto tra il protagonista e la madre o la sorella, su cui aleggia un senso di ineluttabilità tangibilissimo, con tutti i personaggi che sembrano avere la storia personale già scritta.
Nella disamina dei rapporti famigliari Kore-eda  lascia sempre intravedere una conflittualità latente, una difficoltà di relazione anche quando l'unione è forte ma al contempo sembra indicare nel microcosmo famigliare l'unico luogo dove poter riacquisire una certa serenità, anche quando le cose non andranno come si vorrebbe.
Come dicevamo, la quotidianità e l'universalità dei temi trattati fanno del regista giapponese uno dei più empatici autori, perchè chiunque può riconoscersi nei suoi personaggi come fossero nostre proiezioni; in effetti il saper raccontare temi così vasti e in fondo semplici, ma ricchi di coinvolgimento, è la vera forza delle storie di Kore-eda.
Dalla famiglia in crisi nasce la solitudine, il senso di sconfitta personale e la difficoltà ad affrontare la vita di tutti i giorni ( frequentemente nel film sentiamo racconti di gente scomparsa ); ma nella famiglia stessa, attraverso una analisi della propria personalità , dei propri tratti caratteriali, delle scelte effettuate è possibile tornare a sentire un calore umano perso.
After the Storm , pur nella sua semplicità, ci offre ancora una volta una lettura delle relazioni umane lucida, pacata ma intellegibile e, in un paio di circostanze, addirittura commovente, da parte del regista giapponese che per l'occasione si avvale di nuovo di un bravissimo Abe Hiroshi , di una etera Maki Yoko e di una straordinaria Kiki Kirin, altra presenza consolidata nelle pellicole del regista.

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