venerdì 20 gennaio 2017

Utopians / 同流合烏 ( Scud / 雲翔 , 2015 )




Utopians (2015) on IMDb
Giudizio: 7/10

Fedele al suo stile e alla sua scelta di vita, Scud anche nell'ultimo lavoro torna ad affrontare le tematiche a lui care nonostante l'atmosfera di Utopians, lungi dall'essere percorsa da quella tremebonda tensione che animava i suoi lavori precedenti, si nutre più di tematiche filosofiche che generano idee utopistiche appunto.
Utopians non viene meno a quelli che sono i cardini del credo cinematografico di Scud, anzi li amplifica quasi a dismisura: grande gusto per l'estetica dell'immagine, riflessioni su un pansessualismo privo di qualsiasi barriera, una ricerca ossessiva dell'estetica dei corpi che si traduce nelle abituali carrellate di nudità.
La pellicola si apre con una scena dalla forte impronta feticistica: è uno dei ricorrenti sogni di Hins, un giovane studente universitario che vive con la madre vedova.


All'università fa la conoscenza con il professor Ming, un nuovo insegnante, gay dichiarato, che apre la sua prima lezione mostrando una foto di due corpi maschili avvinghiati e che suscita il disappunto della fidanzata del giovane, di religione cattolica.
Hins è fortemente attratto dalle dissertazioni filosofiche di Ming che ruotano intorno alla cultura ellenistica tra Platone, Aristotele e Alcibiade e soprattutto vede in lui un vate al quale affidarsi per riuscire a conoscere meglio se stesso e la sua sessualità.
Ming è un fautore del pansessualismo, un libertino si direbbe, che ben presto attira il giovane nel suo mondo, iniziandolo al suo credo utopistico che si basa sul concetto di una società dove i sentimenti , l'amore e il sesso non dovrebbero avere barriere, oltre il matrimonio e i rapporti stabili.
La relazione tra i due però è di fatto illegale in quanto Hins non ha ancora compiuto 21 anni e per la legge di Hong Kong i due sono fuorilegge.
Il finale consolatorio, fortemente evocativo ed illusorio, in piena ideologia utopistica, sebbene abbastanza forzato soprattutto nella sua struttura narrativa un po' frettolosa, ci disegna i contorni del mondo che Scud vorrebbe.

Utopians insomma sembra una svolta nella filmografia del regista di Hong Kong che sembra abbandonare  le atmosfere più disperate di Amphetamine ad esempio, di certo uno dei suoi lavori più belli e più intensi, in favore di una riflessione filosofica sul concetto di "libertà sentimentale" attraverso le frequenti citazioni ellenistiche; un approccio più maturo, si potrebbe dire, una consapevolezza acquisita sulla libertà sessuale e sui preconcetti sociali che la circondano.
Di pari passo con la costruzione di questa prospettiva meno dura , Scud evolve il suo stile in un vero esercizio  artistico visuale: la ricerca dell'immagine prospettica, la pulizia della ripresa, l'inquadratura che tende al dipinto, la ricerca ossessiva della perfezione delle forme, soprattutto quelle dei corpi, il continuo rimando al mare come lo spazio infinito in cui immergersi.
Se da un lato quindi Scud pare aver perso lo smalto anche provocotario dei lavori passati, dall'altro ha raggiunto uno stile inconfondibile teso sempre alla sublimazione dell'immagine.
Utopians presenta una prima parte in cui domina la figura di Hins e della sua affannosa ricerca di identità, soprattutto sessuale; per far ciò si affida al suo mentore come farebbe ogni devoto allievo nonostante le visioni, i sogni e gli incubi continuino a popolare il suo mondo; nella seconda parte il film cerca di darsi una concretezza narrativa attraverso la costruzione di una storia , con tanto di sorpresa finale, peccato che tutto appaia un po' troppo  frettoloso e poco in linea con la prima parte più astratta ma di certo meglio riuscita.
Scud  riesce ad essere pur sempre regista innovativo e coraggioso, anche in un lavoro meno provocatorio e forse più convenzionale dal quale comunque emerge una forte sensibilità e una ricerca artistica dell'immagine.


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