domenica 12 marzo 2017

Fai bei sogni ( Marco Bellocchio , 2016 )




Sweet Dreams (2016) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Tratto da uno dei romanzi di maggior successo degli ultimi anni scritto da Massimo Gramellini e dal titolo omonimo, l'ultimo lavoro di Marco Bellocchio scuote , come impone il suo ruolo di  regista decano, il panorama cinematografico italiano; d'altronde Bellocchio è a tutti gli effetti una delle voci più autorevoli, e come tale i suoi lavori non passano mai inosservati, nel bene e nel male.
Fai bei sogni è il racconto autobiografico di un giornalista ormai di successo che porta dentro di sè, condizionandone il percorso esistenziale, il peso della perdita della giovane madre, avvenuta quando aveva solo nove anni: infarto fulminante, questo è quanto riferiscono al ragazzino che forte del suo legame ancestrale con la madre non si convince facilmente della scomparsa della, arrivando fin quasi alla blasfemia nel suo rifiuto della perdita.


Dopo l'incipit che si conclude appunto con la morte e i funerali della madre, ritroviamo Massimo in pieni anni 90, giornalista passato attraverso la cronaca sportiva, la guerra nei Balcani, la cronaca a cavallo tra nera e politica che contraddistinse gli anni dell'irruzione della magistratura nella scena politica del paese; intuiamo che ancora oggi Massimo non ha pienamente superato il trauma della perdita materna, i fantasmi ancora si agitano in lui, anche se sin da bambino il fantasma per antonomasia, Belfagor, era il suo punto di riferimento e di aiuto nei momenti difficili, le crisi di panico iniziano a farsi strada nella sua vita.
Il percorso esistenziale del protagonista deve per forza passare attraverso la scoperta di una verità vera sulla morte della madre, dopo che sin da subito , ancora bambino, i dubbi si erano fatto strada in lui.
Costruito su un fitto intreccio di flashback e di salti temporali che può creare qualche problema di orientamento, Fai bei sogni è un lavoro nel quale Bellocchio torna a trattare alcuni dei suoi temi più cari come il dubbio sulla fede, il rapporto madre-figlio, il superamento della perdita , ma soprattutto il film è il racconto di un travagliato percorso personale di un personaggio a suo modo fragile che percorre i suoi tempi sempre con un carico di inquietudine e di mestizia.

Se nella sua parte iniziale che fotografa soprattutto il legame strettissimo madre-figlio e in quella finale che svela a Massimo la verità e in qualche modo gli restituisce qualcosa che gli era stata sottratta da un eccesso di protezione protattasi fino ad oltre i 40 anni, Fai bei sogni regala momenti convincenti, sentiti e carichi di pathos seppur molto contenuto, nel suo svolgimento centrale invece presenta più di una pecca vistosa, a partire da una ridondanza narrativa che nulla aggiunge , o quasi, al racconto ( la guerra nei Balcani, il suicidio dell'imprenditore senza scrupoli) per giungere ad uno snodo che ha la sua importanza ma che si presenta fragilissimo quale quello della risposta alla epistola di un lettore carico di odio verso la madre nella quale Massimo si lancia in una specie di predica dozzinale.
Per tale motivo quindi, pur traducendo sullo schermo in maniera efficace il sentimento che trasuda dal racconto autobiografico, nel suo complesso Fai bei sogni è una pellicola riuscita solo a metà e soprattutto nelle parti in cui il racconto si fa più intimo, disperdendosi per il resto in sottotrame collaterali ed in un eccessivo ricorso al salto temporale.
La prova di Valerio Mastandrea è convincente nel suo concentrato di tormento e di fragilità così come quella di Berenice Bejo, che a dispetto dell'inevitabile problema linguistico riesce a dare spessore al suo personaggio.

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