venerdì 31 dicembre 2010

Prova a prendermi ( Steven Spielberg , 2002 )

Giudizio: 7/10
Commedia delle truffe


Escursione nella commedia brillante da parte di Spielberg che così facendo ha percorso praticamente tutti i sentieri cinematografici a dimostrazione ostentata di una sua capacità a saper maneggiare vari generi e stili, anche se non sempre con risultati brillanti.
E' una commedia brillante di quelle che trovano le radici in certo cinema americano anni 50 e che giungono fino alle storie truffaldine in stile  La stangata, in cui si racconta la storia vera e molto americana di Frank Abagnale, truffatore per bisogno all'età di 17 anni e quindi collaboratore e massimo esperto mondiale dei frodi monetarie e assiduo collaboratore dell'FBI, una volta scontata la pena.

The blossoming of Maximo Oliveros ( Auraeus Solito , 2005 )

Giudizio: 7.5/10
Il cammino dell'adolescenza


Maximo Oliveros è un tredicenne che vive nella periferia degradata e povera di Manila con la sua famiglia tutta al maschile, la madre è morta e lui, il più piccolo di casa, svolge le funzioni della donna di casa, ruolo nel quale è talmente calato al punto da portarlo ad assumere atteggiamenti effeminati. 
L' adolescenza vede il fiorire in lui della sua omosessualità, tra padre e fratelli maggiori che sbarcano il lunario alla meno peggio con espedienti e piccoli reati.
Nonostante questo substrato degradato, nella famiglia regnano l'armonia e i buoni sentimenti, almeno fino a quando l'arrivo di un nuovo poliziotto di quartiere porta scompiglio nei sentimenti di Maxi che si sente subito attratto da lui; quando il poliziotto sarà costretto ad indagare sugli sporchi traffici del padre e dei fratelli del ragazzo, la storia volge al drammatico, conducendo Maxi ad un pecorso di maturazione doloroso e tragico al termine del quale il ragazzo svestirà canottierine colorate e calzoncini corti, cerchietti in testa e fiori tra i capelli per avviarsi ad una vita più matura.

giovedì 30 dicembre 2010

In memoria di Anita Mui ( 16 ottobre 1963 - 30 dicembre 2003 )

















Il 30 dicembre del 2003 moriva , a soli 40 anni, Anita Mui , una tra le più grandi artiste HKesi, eccellente cantate e grande attrice che ricevette numerosi premi e riconoscimenti nella sua pur breve vita.
La sua interpretazione in A better tomorrow III rimane una delle pagine più belle della storia del Cinema di Hong Kong e ha contribuito a creare l'alone del mito che circonda il nome dell'attrice, ancora oggi a 7 anni di distanza dalla sua morte.
Nel video che segue l'interpretazione di Sunset Song, magnifico brano che chiude A better tomorrow III, durante il suo ultimo concerto un mese circa prima che il cancro ponesse fine alla sua giovane vita.












martedì 28 dicembre 2010

La commedia di Dio ( Joao Cesar Monteiro , 1995 )

Giudizio: 8/10
La difesa dell'identità latina


Il signor Joao de Deus gestisce una gelateria artigianale, ultimo baluardo alla incipiente massificazione di stampo anglosassone, elegge il gelato a tramite per la conoscenza del mondo con i suoi gusti, la sua lavorazione e il modo di presentarlo; vive la sua vita in maniera quasi trasognata, flemmatica, sottovoce, custodisce gelosamente e maniacalmente una raccolta di peli pubici, istruisce le giovani lavoranti sulle cure igieniche, si erge a loro mentore nell'esaltare l'importanza del buon gusto e della pulizia, fantastica con alcune di loro rapporti eterei e fiabeschi,concede le sue conoscenze sessuali iniziando le giovani ai piaceri carnali sempre con uno stile sommesso, discreto; si spinge nell'ambito del proibito solo per la curiosità di aprire le porte all'ebbrezza dei sensi di una quindicenne, non sapendo che ciò potrebbe costargli caro.

The message ( Chen Kuo-fu , Gao Qunshu , 2009 )

Giudizio: 7/10
Guerra di spie


Durante la Seconda guerra mondiale la lotta tra l'invasore nipponico che spalleggia il governo fantoccio cinese e le forze di liberazione è giunto al suo punto più alto, gli attentati contro le forze imperiali divengono sempre più frequenti e quando si sospetta fortemente che esiste una spia annidata nel servizio antisommossa, i giapponesi, nella persona del colonnello Takeda, decidono di passare all'attacco con l'intento di smascherarla.
Tutti i membri del servizio che si occupano della trasmissione dei messaggi criptati vengono sequestrati in una rocca a strapiombo sul mare, interrogati e torturati , con la certezza che tra loro si nasconda la spia.
Un paio di colpi di scena nel finale mostrano come stanno le cose, proprio quando , a distanza di tempo, la verità sembra essere venuta già a galla.

lunedì 27 dicembre 2010

Somewhere ( Sofia Coppola , 2010 )

Giudizio: 5.5/10
Dolori e tormenti ad Hollywood


Vincitore, non senza qualche polemica e dubbio, dell'ultimo Leone d'oro, il nuovo film di Sofia Coppola, ritorna dalle parti del bellissimo Lost in tanslation, senza però neppure sfiorarne la leggerezza e la bellezza, forse anche perchè privo dell'autoironico istrionismo di Bill Murray.
Indubbiamente la regista mostra ancora una volta il suo talento tecnico e la sensibilità che abbiamo conosciuto nei lavori precedenti, ma stavolta quello che stona è un eccesso autoriale, quasi un compiacimento fine a se stesso nell'eccessivo uso di talune situazioni tecniche di ripresa.
Anche stavolta il protagonista è un attore hollywoodiano, non sulla via del tramonto come Bill Murray, ma comunque spossato da una stanchezza ed una apatia che lo rendono sin da subito simile a quei personaggi che non riesci a capire se vorresti prendere a schiaffi oppure affettuosamente commiserare.

In love we trust ( Wang Xiao-shuai , 2008 )

Giudizio: 8.5/10
Storia di coppie a Pechino


Il regista che nel 2000 diresse Le biciclette di Pechino, giustamente considerato un pilastro della nuova cinematografia cinese, dopo un paio di variazioni sul tema, torna ad ambientare la sua storia nella megalopoli , ambiente che sembra metterlo particolarmente a suo agio, e dirige In love we trust con risultati apprezzabilissimi; pur non toccando le vette del suo capolavoro, Wang Xiao-shuai, racconta una storia intima, lasciando solo sullo sfondo il tumulto sociale che anima Pechino e la Cina, con toni molto lievi nonostante le tematiche trattate siano di quelle che colpiscono forte.
Mei Zhu e Xie Huai vivono la loro vita abbastanza agiata fra i palazzoni della periferia di Pechino; la figlia di 5 anni Hehe, avuta dalla donna nelle prime nozze con Xiao Lu si ammala gravemente di leucemia, i tentativi per curarla non danno i risultati sperati e rimane, come estrema possibilità, il trapianto di midollo che però nè la madre nè il padre , risposatosi nel frattempo con Dong Fan, possono donare perchè incompatibili.

domenica 26 dicembre 2010

Why has Bodhi-Dharma left for the east ? ( Bae Yong-kyun , 1989 )

Giudizio: 8.5/10
Il tempio cinematografico dello Zen


Un anziano monaco, un giovane monaco tormentato e un ragazzino orfano, isolati in un eremo nel mezzo delle montagne: la loro vita, i ricordi , i dolori , le domande sul senso dell'esistenza; è questo il cuore di un lavoro unico e affascinante, in cui il regista coreano Bae Yong-kyun, altro esempio di artista a tutto campo, inserisce le sue profonda riflessioni sulla vita e sul buddhismo (il riferimento a Bodi-Dharma è assolutamente essenziale in tal senso), più precisamente sulla dottrina Zen , quella che più di ogni altra si basa sulla meditazione trascendentale.
Considerare il film una sorta di manuale visivo sul buddhismo potrebbe risultare altamente fuorviante oltre che inesatto, in quanto l'opera non ha nulla di pedagogico o didascalico, risultando invece molto più propriamente un concentrato di concetti legati alla vita, alla morte e al dolore visti con la spiritualità dello zen.

giovedì 23 dicembre 2010

Tale of cinema ( Hong Sang-soo , 2005 )

Giudizio: 8.5/10
Il male di vivere tra uomo e donna


E' forse il lavoro più dolorosamente spietato di Hong questo Tale of cinema, carico come è di quella visone pessimistica, quasi una apocalisse dell'animo umano, che non prova neppure per un momento ad alleggerirsi con qualche sferzata di sarcasmo come il regista è capace di regalarci di tanto in tanto.
Le sue tematiche abituali stavolta, e più che mai viene da dire, anche alla luce dei lavori seguenti, vanno a coinvolgere il cinema nel cinema, mostrandoci due episodi apparentemente slegati ma che ben presto capiamo essere le due facce di una  realtà comune.
Come sempre la trama è scarnissima, quasi impalbabile, una coppia di giovani che si ricontrano dopo anni, sembra rifiorire l'amore, ma alla fine il sentimento dominante è la morte; e poi ancora due giovani, regista scalcinato lui , attrice lei chesembrano specchairsi nella coppia precedente, mettendo a nudo la solita incomunicabilità  venata di egoismo e cattiveria.

mercoledì 22 dicembre 2010

Swimming pool ( Francois Ozon , 2003 )

Giudizio: 7/10
Lo scrittore e la costruzione della realtà

Dopo l'intermezzo brillante e ardito di 8 donne e un mistero, Francois Ozon torna sui suoi passi, a quelle tematiche e situazioni a lui senz'altro più congeniali , molto più vicine a Sotto la sabbia, che rimane probabilmente il suo lavoro più bello.
Quello che Ozon sa utilizzare con continuità, coerenza e senza annoiare è la situazione tipica di molti dei suoi lavori in cui il microcosmo ristretto costruito intorno ad una solitudine o a una inquietudine, viene sfruttato per sondare gli stati d'animo, ricorrendo ad un clichè sempre uguale a sè stesso: l'eremo dove trovare tranquillità, le incursioni di personaggi che la tranquillità la fanno esplodere, una vitalità ritrovata.
Anche stavolta al centro del racconto c'è una donna, Sarah, , scrittrice di romanzi gialli di successo che per trovare ispirazione e slancio si reca nella villa in Francia del suo editore nonchè amante. La donna incarna il tipico stereotipo dell'intellettuale pietrificato nella sua scorza autoriale , per cui è facile immaginare quale esito possa avere l'arrivo inaspettato alla villa della figlia dell'editore, Julie, ragazza sfrontata, dall'erotismo smisurato e dalla vita libertina.

Electric shadows ( Xiao Jiang , 2004 )

Giudizio: 7.5/10
Il Cinema e la vita


Avvalendosi della sensibilità tutta femminile della sua regista, Electric shadows è film di quelli che parla dritto ai sentimenti, con ingenuità forse, ma senza scadere mai nel patetico  e nello strappalacrime a tradimento, ma soprattutto, ed è il vero pregio di questo lavoro, racconta il mito del Cinema, inteso come luogo dove si costruiscono i sogni e la vita.
Mao Dabing ha una passione infinita per il cinema, spende quasi tutto quello che guadagna col suo lavoro per andare al cinema, soprattutto alle maratone notturne che lo tengono felicemente inchiodato allo schermo.
Un piccolo incidente, dettato forse da un destino non troppo cieco, lo porta a incontrare Ling Ling che dapprima lo colpisce pesantemente alla testa e poi lo prega , mentre lei è arrestata dai poliziotti, di andare a dare da mangiare ai suoi pesci.

martedì 21 dicembre 2010

13 (Gela Babluani , 2010 )

Giudizio: 5.5/10
Il remake che delude


Quando nel 2005 il giovane regista franco-georgiano diresse 13 Tzameti, la critica rimase folgorata dalla cristallina bellezza del film, che mostrava in maniera evidente il forte influsso della Novelle Vague francese in una storia durissima, quasi una cronaca della deriva umana sotto forma di un gioco sanguinoso e spietato.
Cinque anni dopo il medesimo regista cede alle lusinghe americane e dirige un remake, ambientato nel gelido Ohio, che sconfessa in maniera pesante il lavoro originario.
Pur mantenendosi fedele alla storia ( il giovane Vincent che rimane impelagato in un gioco clandestino a colpi di pistola dietro al quale scorrono fiumi di denaro), purtroppo ne smonta gran parte della struttura che sta alla base della narrazione, introducendo la stucchevole tematica tutta americana del bisogno impellente di denaro che spinge l'uomo a tutto.

lunedì 20 dicembre 2010

The killer inside me ( Michael Winterbottom , 2010 )

Giudizio: 6/10
Tra il noir ed il pulp vince Casey Affleck


Primo film americano per Michael Winterbottom che si ispira molto fedelmente all'omonimo romanzo di Jim Thompson del 1952, una storia in cui tra studio sociologico e pscianalisi della follia, viene messo in scena un dramma dai contorni tinteggiati da una fredda violenza che esplode sì quasi subito, ma che alberga in un personaggio che, se non fosse per la voce narrante del medesimo che non lascia presagire nulla di buono, tutti vorrebbero avere per amico e vicino di casa tanto gentile e a modo appare.
Lou Ford è il vice sceriffo di una piccola città del Texas popolato da pozzi petroliferi  che si perdono all'infinito che, in omaggio al lignaggio sociale del  questuante, si trova a dover risolvere un problema con una prostituta per la quale il figlio di un ricco magnate ha perso la testa e si sta avviando verso il baratro.

domenica 19 dicembre 2010

Chloe (Atom Egoyan , 2009 )

Giudizio: 7/10
Un gioco a tre senza ruoli


Rimanendo nella traccia segnata con Le false verità , Egoyan dirige un film che ne ripercorre sotto livree diverse le stesse tematiche legate all'apparenza , all'inganno e alla realtà, filo comune in tutte le sue opere, ma che rispetto a Il dolce domani, si spoglia di quella cupezza formale forse un po' eccessiva, mantenendo quella glacialità dei sentimenti che è il nucleo bollente del suo Cinema.
Il sottotitolo italiano (Tra seduzione e inganno), volutamente omesso, vorrebbe spiegare il senso del film , come se il povero spettatore fosse un idiota che non sa andare oltre il titolo, mistificandone in parte, tra l'altro, l'essenza, perchè se è vero che molto della pellicola ruota intorno ad un inevitabile gioco morboso di seduzione e di inganno, è altrettanto vero che c'è molto dell'altro: c'è quella ricerca spasmodica da parte del regista, mascherata dietro una regia rigorosa e molto pulita, di scoprire il lato oscuro , profondamente celato, che alberga in tutti noi.

venerdì 17 dicembre 2010

Outrage ( Takeshi Kitano , 2010 )

Giudizio: 6/10
Kitano sembra stanco


Dopo aver percorso per 10 anni svariati sentieri cinematografici approdati negli utlimi lavori ad una riflessività estrema come forma di meditazione sull'arte, Takeshi Kitano torna allo yakuza movie senza però sgombrare assolutamente il campo sui numerosi dubbi che riguardano la sua vena creativa.
Outrage è un film difficile da valutare in modo esatto, probabilmente necessita una lievitazione interiore, ma sicuramente non si tratta di opera a livello di Sonatine e tanto meno di Hana-bi, rimanendone lontano anni luce, essenzialmente per la completa mancanza di quello sguardo poetico e quasi trasognato che emergeva dai due capolavori citati; e qui si pone il primo scoglio per una oggettiva valutazione del lavoro: è una scelta precipua quella di Kitano di mostrare un mondo (quello degli yakuza) assolutamente privo di qualsivoglia cosa che non sia la violenza e l'arrivismo? Oppure è lo sguardo del regista che non riesce più ad offrire quelle immagini e quei momenti che frammisti alla violenza gangsteristica facevano comunque dei suoi film degli autentici gioielli sprizzanti poesia?

martedì 14 dicembre 2010

Besieged City ( Lawrence Lau , 2008 )

Giudizio: 8/10
Vivere nella città assediata


Quello che per Ann Hui in The way we are è un gigantesco palcoscenico, microcosmo della perdita di identita e di personalità, per Lawrence Lau è invece una prigione irta di grattacieli, di palazzoni che conduce all'alienazione; Tin Shui Wai , la periferia residenziale dei nuovi territori di Hong Kong si offre con crudezza , carica di cattiveria , di alienazione abbrutente in cui gli adolescenti , un po' homeless, un po' disadattati, scrivono le loro regole di vita, circoscritto in un'area che sembra non respirare e vedere la luce tanto fitti sono i palazzi che la compongono.
E' in questo ambiente che seguiamo la storia di Ling, quindicenne con alle spalle una famiglia sgretolata, che scopre che il fratello minore, fuggito di casa due anni prima, ha prima ucciso una sua coetanea e quindi ha tentato il suicidio.

Il rifugio ( Francois Ozon , 2009 )

Giudizio: 6/10
Ritorno al lutto


Torna  a percorre i sentieri narrativi che meglio sa raccontare Francois Ozon, in questo film nel quale, seppure con risultati nettamente inferiori rispetto a quelli dei lavori precedenti, riflette sulla morte e sull'abbandono, sul senso di vuoto che colma l'improvvisa perdita di un caposaldo affettivo della propria vita.
Stavolta è Mousse, una giovane donna eroinomane, che perde il compagno anch'esso tossicodipendente in seguito ad un overdose; durante il ricovero, e quasi contemporaneamente alla notizia della morte di Louis, apprende di essere incinta (il ciclo vitale che si perpetua, con tanto di predicozzo cattolicheggiante durante la funzione funebre...) e nonostante i tentativi della madre del defunto di dissuaderla dal proseguire la gravidanza, la ragazza decide di non abortire e si trasferisce in assoluta solitudine in una villa in riva al mare , dove metabolizzare il lutto e prepararsi alla nuova vita.

domenica 12 dicembre 2010

La ragazza che giocava con il fuoco ( Daniel Alfredson , 2009 )

Giudizio: 4.5/10
La inevitabile e famigerata regola del sequel


Secondo atto tratto dalla trilogia di Stieg Larsson: regista nuovo, inevitabile applicazione della famigerata regola del sequel e film piuttosto scadente, privato di tutto quello che di buono c'era nel primo ed epilogo che sembra semplicemente la fine del primo tempo di un film giocato in due episodi.
Si salva poco in questo lavoro, probabilmente solo la bravissima Noomi Rapace sempre più al centro della scena col suo volto tagliato con l'accetta e la potenza del suo fisico manipolato.
La giovane hacker stavolta viene accusata di un triplice delitto che non ha commesso, in cui vengono uccisi una coppia di giornalisti e collaboratori di Mikael Blomkvist alla rivista di denuncia Millennium, e il tatuato per sfregio tutore della ragazza, nonchè suo aguzzino.

sabato 11 dicembre 2010

Dream home ( Pang HoCheung , 2010 )

Giudizio: 8/10
Casa dolce casa...a tutti i costi


Evento attesissimo, grazie soprattutto alle ben poco rassicuranti indiscrezioni filtrate sulla pellicola, l'ultimo film di Edmond Pang ha visto la luce, in anteprima mondiale, al Far East Film Festival di Udine, dove è stato presentato nello scorso aprile, tra deliqui e conati di vomito, circa due settimane prima della sua uscita in patria.
Preceduto dall'iperbolica definizione di "film tra i più truci mai prodotti ad Hong Kong", il lavoro di Pang ha avuto anche una genesi piuttosto travagliata con ripetute interruzioni di lavorazioni, al punto di permettere al regista di dirigere contemporaneamente Love in a puff, che è giunto sugli schermi addirittura in anticipo e che a ben vedere si lega a Dream home molto più di quanto la lettura delle due storie possa far immaginare.

venerdì 10 dicembre 2010

Love Exposure ( Sion Sono , 2008 )


Giudizio: 9/10
Il ciclone Sion Sono


Poteva mai un film di 4 ore di un regista giapponese provocatorio, irrispettoso fino quasi all'iconoclasia, adorato da una abbastanza ristretta cerchia cinefila e considerato dai più un pazzo furioso pervertito, trovare spazio nelle sale italiane affollate da ignobili baggianate? La domanda è chiaramente retorica e l'ovvia risposta comporta la mancata visione, per chi non metta in atto una ostinata cocciutaggine per procurarselo, di uno dei film più belli e stimolanti degli utlimi anni, naturale prodotto di una mente fertile e coraggiosa come quella di Sion Sono, uno dei registi più bravi del cinema nipponico contemporaneo.
Love Exposure, pur mancando di quel folle surrealismo visionario che animava Strange Circus, indubbio capolavoro del nuovo millennio, è comunque un opera meravigliosa in cui il regista da sfoggio del suo indubbio bagaglio culturale oltre che di una abilità tecnica strabiliante.

giovedì 9 dicembre 2010

Buried - Sepolto ( Rodrigo Cortes , 2010 )

Giudizio: 7/10
Novanta minuti in una bara


E' un film di quelli che rischiano di passare alla storia questo Buried del regista indipendente spagnolo Rodrigo Cortes, non tanto per le sue qualità , che indubbiamente possiede,ma per il totale stravolgimento di ogni canone cinematografico: un'ora e mezza chiusi in una bara, unico ambiente utilizzato, un solo attore (gli altri sono solo voci veicolate dal telefono), una pagina di guerra descritta senza mostrare nulla, quasi a voler sconvolgere anche quello che è ormai diventato il concetto di conflitto bellico.
Nella bara, sepolto chissà dove nel deserto iracheno, un semplice camionista americano, addetto ai trasporti nell'Iraq sconvolto dalla guerra; unici oggetti  racchiusi con lui sono un telefono cellulare e uno zippo che emana la sua luce tremula, lasciati lì dai suoi rapitori che pensano di usarlo come merce di scambio per svariati milioni di dollari.

mercoledì 8 dicembre 2010

Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni ( Woody Allen , 2010 )

Giudizio: 6/10
Woody Allen e l'amore


Woody Allen abbandona di nuovo New York e torna a Londra e come il vino che scende dalla collina in pianura e perde il suo aroma , così il regista americano torna a non convincere pienamente, con un film che, seppur contenga molte delle tematiche a lui care, manca di verve, di sarcasmo, di ironica e divertita allegria e disincanto.
L'occhio del vecchio Woody si posa su una storia dai contorni indubbiamente leggeri, in perfetto stile da commedia, in cui i difficili rapporti di coppia ed il senso stesso del rapporto amoroso vengono sviscerati e messi alla berlina , ma con risultati molto lontani dai suoi migliori lavori.

domenica 5 dicembre 2010

Il giorno della civetta ( Damiano Damiani , 1968 )

Giudizio: 8/10
Rivisitazioni cinematografiche
Immutabilità e rassegnazione


Espressione di quel cinema civile impegnato che non esiste più, Damiamo Damiani , trova nella trasposizione del testo del grande scrittore siciliano Leonardo Sciascia la sua opera probabilmente più valida; Il giorno della civetta, oltre a rendere alla perfezione sullo schermo quelle atmosfere magistralmente descritte dal narratore, racconta uno spaccato di vita reale molto poco romanzata, posando lo sguardo soprattutto sull'ambiente e sulle persone grazie ad un realismo che sembra quasi voler rimandare a certa cinematografia italiana dell'immediato dopoguerra.
Quello che ad una lettura più superficiale può essere visto come un giallo, è invece uno studio sociale ed antropologico che dopo oltre 40 anni costituisce ancora un documento sulla cultura mafiosa, da rilegge probabilmente con grande attenzione per poter meglio capire le differenze e le radici di un fenomeno che ancora oggi aflligge, seppur in forme diverse e molto più "degradate", la società italiana.

sabato 4 dicembre 2010

I saw the devil ( Kim Ji-woon , 2010 )

Giudizio: 7.5/10
La cattiveria che riempie lo schermo


L'ultimo lavoro di Kim Ji-woon è uno di quei film  destinati a rimanere impressi a lungo, per  i suoi aspetti positivi (molti) , per quelli negativi (pochi) , per il suo costante rimandare al revange film di cui il connazionale Park ci ha donato una splendida trilogia e per il fatto, assolutamente non secondario, che la bravura e la raffinatezza tecnica del regista, che ne fanno uno dei più importanti e forse sottovalutati artisti cinematografici orientali, si impongono in una maniera che visivamente lascia quasi sbalorditi.
Il tema trattato non è dei più originali, ma il modo con cui, almeno all'inizio, Kim lo prende di petto è invece peculiare , grazie ad una ricchezza fiolosofica che non alberga spesso nei thriller-horror.

venerdì 3 dicembre 2010

The way we are ( Ann Hui , 2008 )

Giudizio: 7.5/10
L'altra faccia di Hong Kong


Il penultimo lavoro di Ann Hui conferma , anche se a livelli probabilmente inferiori rispetto all'ultimo Night and fog , la bravura della regista e la sua grandissima sensibilità artistica che ne fanno una delle cineasta viventi più importante oltre che longeve.
In The way we are, la regista HKese ambienta una storia con forti tratti minimalisti nella new town di Tin Shui Wai costruita a partire dagli anni 80, che nell'immaginario costiituisce il contraltare popolare e depersonalizzato della metropoli ex colonia britannica: un luogo irto di palazzoni popolari grigi che si lanciano verso il cielo, sorti dove fino a 40 anni prima c'erano acqua e paludi.
Il film è comunque lontano dall'avere pretese sociali e antropologiche, molto più concretamente è la solitudine, il disfacimento della famiglia e la solidarietà che Ann Hui descrive prendendo a pretesto una donna che vive sola col poco più che adolescente figlio intorno a cui ruotano pezzi di legami famigliari molto flebili e una vicina di casa anch'essa sola.

giovedì 2 dicembre 2010

Shara ( Naomi Kawase , 2003 )

Giudizio: 7/10
La forza dell'assenza


Un lunghissimo e bellissimo piano sequenza iniziale offre l'unico momento dinamico del film: sono le immagini che precedono l'evento che segna tutta la storia; due ragazzini giocano e corrono per le viuzze  della antica città di Nara , rincorsi dalla telecamera, finchè uno dei due, Kei, scompare in una maniera talmente improvvisa da apparire non vera.
Anni dopo Shun, il fratello rimasto, diciasettenne, ancora porta i segni di quella scomparsa rinvigoriti dal ritrovamento del ragazzo dopo anni.
Shun è silenzioso, quasi apatico, unico legame è quello con Yu una coetanea che scoprirà di avere alle spalle una storia di abbandono.
Su questa trama esilissima, quasi eterea, gravita il senso di abbandono, l'assenza intesa come vuoto assoluto intorno; è sinceramente uno dei film in cui maggiormente il sentimento doloroso che deriva da una assenza troppo grande si impadronisce della storia e ne diviene l'unico filo conduttore.

mercoledì 1 dicembre 2010

Io sono un evaso ( Mervin LeRoy , 1932 )

Giudizio: 9/10
Quando anche la speranza viene spazzata via


Grande classico degli anni 30 dal fortissimo impatto sociale e politico, questo magnifico lavoro di Mervin LeRoy costituisce un coraggioso esempio di denuncia sia dei danni della guerra, sia della grande depressione e sia, soprattutto, di un sistema carcerario inumano al limite della barbarie che ben lungi dal rieducare i detenuti li trasformava il più delle volte in abbrutiti malviventi.
James Allen torna dalla guerra in Europa, convinto che l'aver subito anni di stenti e di privazioni, gli dia il giusto diritto ad un esistenza migliore, motivo per cui rifiuta il lavoro da operaio in fabbrica che il vecchi datore di lavoro gli propone e decide di dedicarsi a quella che è la sua passione, cioè l'edilizia.

martedì 30 novembre 2010

Donne senza uomini ( Shirin Neshat , 2009 )

Giudizio: 4.5/10
Quattro donne e il giardino nebbioso


Prodotto di quel cinema iraniano fertilissimo seppur tra mille difficoltà politiche e censorie, Donne senza uomini dell'esordiente Shirin Neshat, premiato a Venezia, è film in cui poche luci si alternano a molte ombre, sebbene traspiri dal lavoro un anelito di denuncia sociale e antropologica che avrebbe potuto portare a ben altri risultati se non fosse stata troppo spesso soverchiata da una ovvietà stilistica che stupisce ancora di più nel caso di una opera prima.
Non che il film non possieda momenti belli e poetici , immagini ben colorate (stile Kiarostami) , gridi di denuncia sul potere politico , con chiaro rimando ai giorni nostri seppure traslati 60 anni dietro nel tempo, solo che la regista sembra volere troppo spesso affiancare la denuncia di costumi e usi locali con considerazioni globali sul rapporto uomo-donna e soprattutto nel finale sceglie una atmosfera surrealista, metaforica che a momenti sembra più una parodia dello stile bunueliano che un piano narrativo strutturato.

lunedì 29 novembre 2010

The legend is born - Ip Man ( Herman Yau , 2010 )

Giudizio: 5.5/10
Il giovane Ip Man


Terzo film in uscita ,dopo i due di Wilson Yip, che narra la vita di Ip Man , maestro di kung fu noto soprattutto per essere stato il mentore del grande Bruce Lee, ma cronologicamente è il primo , raccontando le gesta del giovane Man da quando, ancora adolescente viene avviato alla scuola del maestro Chan Wah-shun.
Sono quindi i primi anni del novecento, quelli in cui la contrapposazione con il Giappone andava crescendo in maniera smisurata e che, come nel primo capitolo del film di Yip, anche in questo si affaccia in maniera prepotente.
Vediamo quindi il fanciullo Ip Man giungere alla scuola di kung fu insieme col fratello adottivo e affidato alle cure del Maestro, lo seguiamo nella sua crescita, nelle prime dimostrazioni del suo talento, nel percorso di vita che impone la disciplina delle arti marziali, la partenza per Hong Kong per la scuola cattolica presso cui studia e il ritorno al suo paese natale arricchito non solo culturalmente ma anche dal contatto con le nuove tecniche delle arti marziali.

sabato 27 novembre 2010

Bright future ( Kiyoshi Kurosawa , 2002 )

Giudizio: 7/10
La salvezza in una medusa

Kiyoshi Kurosawa è regista indubbiamente mai scontato, spesso affascinante nella sua idea cinematografica, le cui opere sono soggetto di ampie discussioni con giudizi che vanno da un estremo all'altro con in mezzo tutte le sfumature possibili.
Ed un film come questo Bright future non poteva che essere figlio di un cineasta di tale lignaggio: ermetico, metaforico, spesso oscuro, difficile da seguire e da assimilare, in cui spesso si ha l'istinto di lasciarsi trasportare dalle immagini splendide a discapito di una narrazione che fluisce lenta.
Yuji e Mamoru, giovani lavoranti di una lavanderia industriale, vivono nello stesso appartamento, l'uno, eterno adolescente, dorme( e vede un futuro luminoso) o gioca , l'altro passa la giornata a rimirare la sua medusa che volteggia in un acquario; la piatta esistenza viene scossa dal gesto apparentemente senza spiegazioni di Mamoru che uccide il suo datore di lavoro, lasciando Yuji in preda alla solitudine con la sola medusa da accudire come scopo di vita, almeno finchè non compare il padre dell'amico anch'esso lacerato dai dubbi sul gesto del figlio.

venerdì 26 novembre 2010

Apparition ( Hideo Nakata , 2007 )

Giudizio: 7/10
Maledizioni in serie


Uno scorrere impetuoso di maledizioni e di vendette segna la trama di Apparition, lavoro del regista Hideo Nakata, cui il cinema giapponese deve molto per il rilancio in grandissimo stile del J horror, grazie a due fondamentali opere come Ringu e Dark water.
Ambientato nel periodo Edo e introdotto da un prologo con narrazione fuoricampo in cui si racconta la storia dell'usuraio ucciso dal samurai che non vuole saldare i suoi conti, veniamo subito investiti dalla primigenia maledizione del vecchio morente, il tutto descritto in un bianco e nero patinato e quasi fumettistico, con conseguente  immancabile scia di sangue e mistero.

Whispering corridors 2 - Memento mori ( Kim Tae-yong , Min Kyu-dong, 1999 )

Giudizio: 7.5/10
Non solo i lunghi corridoi...


Se il capostipite della saga , di un anno anteriore a questo, va considerato come uno dei punti di partenza del genere ghost horror, anche al di là del suo reale valore artistico, il secondo episodio, che nonostante tutto non è un sequel essendo solo l'edificio scolastico e i suoi lunghi corridoi l'uinco topos in comune, ha il raro pregio di superare come valore il primo, evento che raramente si verifica nelle saghe e nei sequel ad oltranza.
La storia, che a dire il vero ha molto poco dell'horror, se non nella parte finale in cui si affacciano presenze inquietanti, è più uno sviluppo ulteriore delle tematiche che già si intravedevano nel primo episodio: il dramma e il disagio della adolescenza vissuto in un luogo che diventa il baricentro della vita, che assorbe le esistenze fino a plasmarle e che , inevitabilmente, si erge a microcosmo nel quale le dinamiche più disparate si confrontano e si scontrano.

lunedì 22 novembre 2010

Uomini che odiano le donne ( Niels Arden Oplev , 2009 )

Giudizio: 6.5/10
Il cuore nero della famiglia


Liberamente tratto (ma neppure tanto) da uno dei più grandi successi letterari degli ultimi anni, il film scandinavo Uomini che odiano le donne si presenta come il classico thriller, in cui tensione e colpi di scena si alternano improvvisi ,come prevedono i canoni del genere, con una trama  che almeno inizialmente getta solo una messe di piccoli indizi che poi, seguendo le orme dei due detective improvvisati, debbono essere rimessi al loro posto.
Un giornalista che ha voluto chiedere troppo a se stesso, spulciando negli affari di un magnate svedese e temporaneamente a riposo, si ritrova con una giovane hacker pasicolabile, ad indagare sulla scomparsa di una giovane rampolla di una potente famiglia dell'alta borghesia avvenuta 40 anni prima: ad assoldarli è il vecchio zio della scomparsa convinto che la giovane sia stata uccisa da qualche membro della sua stessa famiglia in occasione di una riunione del clan sull'isola dove molti componenti possiedono la propria dimora.

domenica 21 novembre 2010

Il cavaliere oscuro ( Christopher Nolan , 2008 )

Giudizio: 8.5/10
Tra il bene e il male vince Joker


E' il Batman meno fumettistico, tra tutti quelli prestati al cinema, quello che porta in scena Nolan ne Il cavaliere oscuro; mantenendo solo i legami fondamentali col personaggio del fumetto , assistiamo qui attraverso la lotta senza fine tra l'uomo pipistrello e Joker,  ad una delle più grandi metafore che il Cinema ci abbia mai regalato grazie ad  una ambientazione affascinante e insieme inquietante di Gotham City dove il crimine, la sete di denaro e di potere, il male assoluto ed il bene che mostra varie facce danzano un macabro ballo, di quelli che Nolan sa manipolare stupendamente, tra ambiguità e incertezza, dove anche gli eroi hanno due volti.

sabato 13 novembre 2010

Love in a puff ( Pang HoCheung , 2010 )

Giudizio: 7/10
Amore tra le nuvole di fumo


Ci voleva il brillante ingegno di uno degli autori HKesi più bravi, nonchè più giovani, per mettere in scena un racconto  che nelle mani della stragrande maggioranza degli altri registi sarebbe diventato un concentrato di ovvietà e fastidiosi moralismi.
Dal 2007 anche ad Hong Kong il divieto di fumo è stato esteso non solo all'interno dei locali pubblici, ma anche in strada, lasciando ai fumatori solo dei piccoli spazi dove poter alimentare il loro vizio.
Partendo da questa nuova situazione, applicata, pare , con estremo rigore dalle autorità, Pang ci racconta la storia di questi manipoli di inveterati fumatori, che , provenienti dai luoghi di lavoro si ritrovano, durante le pause, come carbonari intorno al posacenere : l'atmosfera è veramente quella di una accolita a metà strada tra il reietto e il rivoluzionario in cui si crea una solidarietà che dura 10 minuti , fino al termine della ricreazione che disperderà nuovamente la masnada.

venerdì 12 novembre 2010

The Social Network ( David Fincher , 2010 )

Giudizio: 7/10
La nascita del fenomeno del secolo


Attessissimo film evento del Festival di Roma, il lavoro di David Fincher affronta quello che al momento è sicuramente uno dei fenomeni più importanti, da molti punti di vista, del terzo millennio: la nascita e la straripante affermazione di Facebook, a partire dalle intuizioni di Mark Zuckerberg , genialoide studente di Harvard , a tutt'oggi uno tra gli uomini più ricchi del mondo.
Nonostante il film si prestasse a numerose trappole narrative (l'esegesi, la mitizzazione, la cronaca bruta, il polpettone americaneggiante) Fincher ha l'indubbio pregio di costruire una storia che non annoia, racconta con ritmo e brio la nascita di un fenomeno a partire da piccoli momenti quasi intimi, come ben delineato nella lunga scena iniziale che ci mostra subito Mark in tutta la sua epidermica antipatia e nella sua insicurezza da perdente, al punto che si è portati a credere che una idea così importante e vincente sia nata come reazione ad una frustrazione sentimentale e ad una difficoltà cronica nelle relazioni interpersonali.

mercoledì 10 novembre 2010

Fratellanza - Brotherhood ( Nicolo Donato , 2009 )

Giudizio: 6/10
Gay e nazisti


Vincitore del Marco Aurelio d'oro al Festival di Roma del 2009, questo lavoro danese ha se non altro il pregio di raccontare una storia di omosessualità fuori dai consueti canoni stereotipati, ambientandola in un contesto in cui proprio l'omofobia e il razzismo regnano incontrastati.
Lars è un giovane militare  costretto ad abbandonare la carriera a causa di accuse di molestie denunciate da alcuni suoi commilitoni, il rapporto con la famiglia è privo di ogni elemento positivo e quindi , tanto per appagare il suo senso di appartenenza , si arruola in un gruppuscolo neonazista che fa dei gay e degli immigrati i suoi nemici più acerrimi.

martedì 9 novembre 2010

Invitation only ( Kevin Ko , 2009 )

Giudizio: 6/10
La lotta di classe del terzo millennio


Inizio con immagini patinate da soft core in un trionfo di conturbanti e provocanti bellezze asiatiche stile festini fitti di escort e ricconi, repentino tuffo nello splash horror con apparente puro sadismo, polpettone moraleggiante sulla lotta di classe del terzo millenio, finale con trionfo della giustizia che ha l'aspetto di una mortifera ascia e strada lasciata aperta all'ovvio sequel.
Questo in pochissime parole è Invitation only , horror taiwanese molto pretenzioso, sicuramente ben costruito e che tutto sommato offre momenti degni del genere, senza sfigurare; quello che invece appare assolutamente fuori luogo è la presunta riflessione sul contrasto tra classi sociali agli antipodi, quasi il film volesse esserne una metafora neppure troppo celata.

sabato 6 novembre 2010

Babel ( Alejandro Gonzalez Inarritu , 2006 )

Giudizio: 5.5/10
La Babele del dramma


La giuria di Cannes assegnando il premio alla regia ad Inarritu per questo film , ha probabilmente, come spesso avviene , voluto concedere un riconoscimento alle opere precedenti del regista, finendo però col premiare un film che vive di luci ed ombre percentualmente divise a metà.
Anche per Babel , il cineasta messicano adotta la medesima struttura narrativa parallela che già aveva utilizzato nelle sue due precedenti opere, mettendo insieme alcune storie che si svolgono ai quattro angoli della terra  più o meno intimamente (o flebelimente, come si preferisce) legate tra loro e che sembrano procedere animate da un effetto a cascata.

giovedì 4 novembre 2010

Lady Snowblood ( Toshiya Fujita , 1973 )

Giudizio: 9/10
E vendetta sia...


" La vendetta è un piatto che si serve freddo" sentenziava Tarantino all'inizio di Kill Bill e questo lavoro, che più di ogni altro ha influenzato il regista americano nella creazione del suo capolavoro, è l'autentico archetipo di quella sentenza; un film bellissimo, a tratti sprizzante visonarietà, dotato di un grande potere rivoluzionario nello stile, nella narrazione e nei suoi contenuti politici e sociali ben nascosti sotto ad una straripante apoteosi della vendetta studiata , fortemente voluta e drammaticamente messa in atto.
La storia, disarmante nella sua semplicità è quella di Yuki, nata in carcere da una madre ergastolana che con tenacia insegue il suo concepimento per potere gettare nel mondo privo di ogni regola e moralmente allo sfacelo un'arma micidiale di vendetta.

mercoledì 3 novembre 2010

Wo hu - Operation undercover ( Marco Mak , 2006 )

Giudizio: 7.5/10
La guerra degli infiltrati


Anche al di fuori dell'ombra lunga di Johnnie To, il noir metropolitano HKese regala frutti apprezzabili, e questo lavoro di Marco Mak, cineasta con gavetta di primo ordine alle spalle, si impone come uno dei film più innovativi che rivolgono il loro sguardo alla mille volte raccontata contrapposizione polizia-triadi nella ex colonia inglese.
Vero quindi che il tema non è di quelli originalissimi (la  guerra combattuta a colpi di infiltrati), però il registro narrativo scelto dal regista è asenz'altro innovativo, libero dalle sparatorie infinite e dagli inseguimenti a perdifiato, in favore di una quasi ostinata ricerca di intimismo , di introspezione e sottili giochi psicologici; il risultato è una pellicola in cui non spadroneggiano eroi e neppure fiumi di melodramma, semplicemente vengono raccontate esistenze quasi normali, vissute però da alcuni su una sponda, da altri su quella opposta e da pochi nel mezzo in bilico tra legge e gangsterismo.

martedì 2 novembre 2010

The prestige ( Christopher Nolan , 2006 )

Giudizio: 8/10
Che la magia vada in scena...

E' un trionfo di illusioni , di magia, di realtà che si trasforma in fantasia, di ambiguità sottilmente espresse e tenute nascoste, è insomma una grande metafora della fabbrica dell'immaginazione, di quel Cinema di cui Nolan , possiamo ormai ben dirlo, è tra i più fulgidi rappresentanti contemporanei.
Gettandoci all'inseguimento dei due protagonisti, illusionisti prima amici quindi nemici mortali, il regista ci lascia sprofondare in un universo dove tutto può essere illusorio, dove ogni cosa e persona hanno un loro corrispettivo uguale e contrario, permeato  dall'ossessione che ritorna puntuale in ogni lavoro del regista inglese.
Ne scaturisce un film magico, che ipnotizza ,in cui si è sempre alla rincorsa di Angier e Borden nel corso di oltre un decennio, sostenuti nella struttura da una lettura incrociata di diari che dovrebbero portare alla scoperta dei trucchi più mirabolanti ma che in effetti altro non è che la messinscena di un inganno continuo, proprio come si conviene ad una coppia di illusionisti che ha fatto della ricerca dell'illusione perfetta il motivo di vita fino a divenire una ossessione mortale.

Exotica ( Atom Egoyan , 1994 )

Giudizio: 8/10
Il fumoso locale per uomini soli

Exotica è il nome dello stripper club che funge da ganglio vitale nella narrazione, un luogo in cui, tra fumo e musica soft, uomini soli passano il loro tempo, tra ballerine sinuose e seminude che si esibiscono, un luogo che somiglia tanto ad un tempio dell'oblio.
Ed in effetti, almeno per buona metà del film, sono persone sole quelle che popolano il racconto, siano esse ballerine, tenutarie , imbonitori dj o uomini racchiusi nella loro tragica solitudine ed apatia.
In questo primo frangente il film, pur se a ritmi blandissimi, getta sullo schermo delle tessere di un puzzle quasi incomprensibile, ognuna animate del proprio moto, nascoste dietro il loro destino tragico.
La ballerina Christina, il dj Eric legato a lei da un amore morboso, la tenutaria gravida Zoe, l'esattore delle tasse Brown , il trafficante di animali esotici Thomas, sembrano pedine gettate alla rinfusa sulla scacchiera , senza alcun apparente legame tra di loro che poco alla volta mostrano i loro volti interiori.

lunedì 1 novembre 2010

Bloody sunday ( Paul Greengrass , 2002 )

Giudizio:7/10
La semplice descrizione di una tragedia

La domenica di sangue del 30 gennaio 1972 fu uno dei momenti più importanti della recente storia dell'Irlanda del Nord e della guerra che per tanti anni martioriò quella regione; un episodio che spinse buona parte della popolazione a convergere nell'IRA e a piegarsi alla forza delle armi.
Il film di Greengrass, molto attento e con precisi riferimenti, sembra abbracciare lo stile documentaristico, ma solo perchè ricostruisce con grande rigore gli eventi che si svolsero a Derry in quella domenica tragica; di fatto il regista costruisce invece un film vero, duro come può essere una storia che racconta il succedersi degli eventi con gli occhi di chi è stato protagonista, accentuato dal taglio quasi fotografico, come se le varie scene altro non siano che diapositive  che scorrono.

domenica 31 ottobre 2010

Johnny Guitar ( Nicholas Ray , 1954 )


Giudizio: 9/10
Rivisitazioni cinematografiche
Il cuore pulsante del Cinema


Come ogni film iscritto a pieno titolo nell'Olimpo cinematografico, anche Johnny Guitar offre ad ogni visione qualche nuove spunto di riflessione, qualche segmento rimasto nascosto e che affiora all'improvviso.
Più lo si vede e più ci si convince quasi con stupore che del western ha solo l'involucro esterno fatto di diligenze, cavalli, tempeste di sabbia e saloon, mentro il suo cuore pulsante è quello di un melò in cui le regole del western stesso e quelle del cionema drammatico vengono stravolte e rielaborate.
Un western al femminile? Indubbiamente è contro tutti i canoni del genere vedere la storia sorretta prepotentemente dalle figure femminili di Emma e Vienna, le vere mattatrici della narrazione,che danno vita ad un duello  aspro che trova la ragione d'essere non solo nella gelosia d'amore, ma anche nella brama di potere e di controllo che vogliono avere sugli altri protagonisti.

venerdì 29 ottobre 2010

Reign of assassins ( Su Chao-pin , John Woo , 2010 )

Giudizio: 7/10
Il gioco dell'ambiguità e dei segreti

Presentato all'ultimo Festival di Venezia in occasione del Leone d'Oro alla carriera assegnato a John Woo, che di questo lavoro è anche co-regista, il film suscita grandissimo interesse soprattutto per l'inevitabile gioco rompicapo che si verifica allorquando le firme in calce sono più di una: dove inizia e dove finisce il lavoro svolto dalla mano di uno e quella dell'altro?
Il quesito, che può apparire banale e tutto sommato inutile, è invece stimolante dal momento che del grande Maestro del cinemaa HKese si tratta, che torna due anni dopo a raccontare la storia epica cinese in un wuxia che si presenta nelle sua forme classiche per quanto riguarda scenografie e coreografie , ma che presenta qualche aspetto atipico nelle tematiche.

mercoledì 27 ottobre 2010

Dangerous encounters: 1st kind ( Tsui Hark , 1980 )

Giudizio: 8.5/10
La rabbia del giovane Tsui Hark

Dangerous encounters si può tranquillamente definire come pellicola imprescindibile per capire l'evoluzione del cinema di Hong Kong: è il 1980 e Tsui Hark è al suo terzo lavoro e a soli 30 anni si impone come regista dalle grandi capacità grazie a questo film in cui anche i più accaniti ammiratori stenteranno a riconoscere l'autore di Seven swords o di Once upon a time in China; ma allo stesso tempo non si può non riconoscere a questa pellicola la funzione di pilastro fondamentale per la creazione di quel genere noir metropolitano cui ben presto daranno lustro anche John Woo e Johnnie To, tanto per citare i più famosi.
Definirlo noir forse è riduttivo, perchè di film quasi apocalittico si tratta , permeato come è di uno spirito che sembra più vicino a quello di Arancia meccanica che a quello di Melville o Peckinpah, autentici creatori del genere noir.

lunedì 25 ottobre 2010

Ip Man 2 ( Wilson Yip , 2010 )

Giudizio: 6.5/10
Il nobile kung fu contro la rozza boxe

Avevamo lasciato Ip Man in fuga dalla Cina occupata e oppressa dai giapponesi e con perfetta coerenza temporale nel secondo capitolo lo troviamo ad Hong Kong sul finire degli anni 40, dove, tra difficoltà economiche, è fermamente intenzionato ad aprire la scuola di arti marziali che permetta il diffondersi del wing chun; per far ciò dovrà confrontarsi col consueto spirito di lealtà e senso dell'onore con i maestri delle altre scuole che pullulano nella colonia britannica.
Mostrando la sua grande maestria e il profondo senso di spiritualità che permea il kung fu riuscirà ad essere riconosciuto come Maestro e abilitato quindi ad avere la sua schiera di discepoli.

If i want to whistle, i whistle ( Florin Serban , 2010 )

Giudizio: 8/10
Il sacrificio per la redenzione

Dopo avere riscosso unanime successo di critica all'ultima Berlinale nonchè l'Orso d'argento del gran premio speciale della giuria, If i want di Florin Serban entra anche tra i possibili candidati all'Oscar in rappresentanza della cinematografia rumena , molto fertile e qualitativamente valida da alcuni anni a questa parte.
Sfruttando uno stile che sembra quasi mutuato da quello dei fratelli Dardenne, Serban racconta una storia semplice di galera e redenzione interiore che fotografa la condizione giovanile in un paese dilaniato dalle separazioni famigliari figlie di una emigrazione selvaggia che ha colpito la Romania da diversi anni a questa parte.

domenica 24 ottobre 2010

Insomnia ( Christopher Nolan , 2002 )

Giudizio: 8/10
Quando i destini si abbracciano

Dopo l'originalissimo e bellissimo Memento, Christopher Nolan si cimenta nel più classico dei thriller, abbracciando in pieno i canoni del genere e tralasciando le contorte e affascinanti alchimie del lavoro precedente.
Essendo però il regista mai ovvio e prevedibile , pur rimanendo fedele al genere, arricchisce la pellicola della sua personale visione che si traduce in un confronto che va oltre la contrapposizione tra assassino e suo cacciatore, scivolando invece nel sottile gioco di dipendenza che gli eventi impongono tra quelli che, in definitiva, sono due personaggi travolti dagli eventi da loro stessi determinati.
Nella tranquilla Alaska, in un villaggio stretto tra mare e ghiacciai, si verifica un efferato delitto di una giovane; tempestivamente vengono inviati sul posto il detective Dormer e il suo fido collega Eckhart, in una missione che ha i contorni dell'ultima spiaggia, visto che i due sono indagati dai loro superiori per i loro comportamenti in servizio.
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