martedì 12 gennaio 2010

The equation of love and death ( Cao Baoping , 2008 )


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Ritmo e oscillazioni


Li Mi è una tassista di Kunming, città del sud della Cina, inguaribilmente ossessionata dal ricordo del fidanzato sparito ormai quattro anni prima ma che continua a spedirle lettere che lei freneticamente ripete ai suoi clineti, rimuginando numeri e fumando come una turca; Huogui e Shuitian sono due
campagnoli, nonchè maldestri aspiranti malavitosi giunti in città per effettuare una consegna di droga racchiusa in ovuli e custodita nei loro intestini; Ma Bing e Feifei sono una coppia intenta in una pseudoscientifica discussione a bordo della loro auto. I destini di questi personaggi convergeranno fugacemente e pericolosamente nei pressi di un cavalcavia dal quale un capellone, che i malviventi avevano individuato come il loro contatto, vola di sotto schiantandosi sulla macchina di Ma Bing e Feifei.
I due corrieri, di certo più simili a Totò e Peppino che a una coppia di malavitosi, rimasti senza contatto e senza possibilità di ritorno a casa, sequestrano Li Mi, la quale in circostanze comiche riesce a liberarsi. Nella stazione di polizia crede di riconoscere il suo fidanzato in Ma Bing, ma questi e il poliziotto che si occupa del caso smontano le sue convinzioni. Lei ben lungi dall'essere convinta cercherà di saperne di più ed in un finale da noir tipico tutti i dubbi saranno fugati in un coacervo di dramma e di tenerezza.

E' un bel film questo lavoro di Cao Baoping, soprattutto nella sua inafferrabilità vischiosa: non si riesce a tenerla tra le mani che sfugge da ogni parte questa storia, oscillando in maniera ora parossistica , ora pacata tra black comedy, noir e dramma , non essendo, di fatto, pienamente nulla di questo. Il regista è bravo nel tenere sempre il ritmo giusto , farcendo il film di misunderstanding che assumono il ruolo del fato impazzito che determina il destino degli eventi e delle persone.
Sullo sfondo una Kunming ben disegnata, all'interno di una più ampio affresco sociale della Cina moderna che rimane in sottofondo, sfocato, ma attento.
E' quindi proprio questo alternarsi di generi e di situazioni, con una buona dose di umorismo nero (vedi le circostanze in cui uno dei corrieri muore), che appare come il pregio maggiore di questo lavoro, anche grazie alla sapiente mano di Cao che sa orchestrare bene i protagonisti: senz'altro uno dei migliori film provenienti da oriente degli ultimi anni.
Tra gli attori, tutti molto bravi a dire il vero, spicca e rifulge di una luce abbagliante la bravissima Zhou Xun nel ruolo di Li Mi, superba nell'incarnare la ossessione estrema che pervade la tassista e che si impone sempre più come una tra le attrici più brave del cinema cinese e non solo.

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