sabato 6 febbraio 2010

A better tomorrow ( John Woo , 1986 )

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Rivisitazioni Cinematografiche

Parole scolpite nella pietra

"Non c'è posto tra gli onesti per gente come noi" : questa frase pronunciata  da Mark all'amico Ho è la base , scolpita nella pietra, della filosofia filmica di John Woo e di tanta larga parte del cinema di Hong Kong, è il primum movens che rende A better tomorrow un film fondamentale nella storia del cinema, proseguendo sulla linea di Packinpah e Melville e proiettandosi fino ai nostri giorni con Tarantino , passando per Johnnie To; pochi film hanno avuto un' influenza così vasta sul cinema , ergendosi a manifesto del noir metropolitano tinto di eccessi e di iperrealismo.
La storia vede Mark e Ho, amici per la pelle e provetti killer, cadere in disgrazia in seguito ad una trappola tesa; l'uno rimarrà invalido ad una gamba, l'altro conoscerà la galera per tre anni ed una volta uscito , avrà solo voglia di iniziare una nuova vita, anche per riacquistare la fiducia del fratello, divenuto poliziotto nel frattempo. Il percorso di Ho sarà difficile con l'illusoria speranza di farcela, ma quando sia lui che Mark verrano nuovamente coinvolti dalla vecchia banda, dove ormai regnano i traditori, e anche Kit , fratello di Ho, si troverà invischiato nella faida, giungerà il doloroso ed inevitabile redde rationem.. A quel punto la scelta sarà obbligata: difendersi sarà possibile solo ad armi pari , tornando ad impugnare pistole e mitragliette; per Ho sarà la sconfitta della sua scelta di vita, per Mark sarà la conferma di quanto ha sempre pensato: la loro vita non può che essere quella, senza via d'uscita, uniti solo da quell'amicizia virile e da quel senso dell'onore che solo superifcialmente danno un senso diverso alla loro esistenza.
Finale con resa dei conti spettacolare e con pacificazione morale tra i due fratelli, tenacemente legati ai ruoli che il destino gli ha serbato.
E' questo il primo film di John Woo diretto con Tsui Hark produttore e altri due, ideali sequel ne verranno dopo, il lavoro che l'ha imposto al mondo intero e dal quale è iniziata una carriera grandiosa che lo ha portato ad Hollywood; onestamente continuiamo a preferire questo John Woo a quello americano, troppo più vero e coinvolgente  e che raggiungerà l'apice con The killer.
La capacità di mantenere un gran ritmo nel film è sbalorditiva, aiutato da un montaggio perfetto e da una colonna sonora che ben si adegua allo scorrere dei fatti; la caratterizzazione dei personaggi è efficacissima, costruendo delle figura epiche nella loro solitudine e tragicità.
Da qui nasce anche la stella di Chow Yun-Fat, attore che deve a Woo la sua prodigiosa trasformazione da mestierante televisivo ad icona del cinema di Hong Kong e che interpreta con grande eccletticità Mark, nella sua simpatica strafottenza e nella sua drammaticità; bravo anche Lung Ti (Ho) soprattutto nel suo tormento esistenziale e Leslie Cheung (Kit) , giovanissimo.
Rivedendo questa opera alla luce di quasi 25 anni di tempo trascorso nel mondo della celluloide, ci si rende conto di come il cinema, senza alcuni film, sarebbe potuto essere molto diverso.

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