venerdì 31 ottobre 2014

A Most Wanted Man [ aka La Spia ] ( Anton Corbijn , 2014 )

Giudizio: 6.5/10

Il Festival del Cinema di Roma nella sua ultima giornata riserva il doveroso omaggio a Philip Seymour Hoffman con la proiezione di A most wanted man (La Spia), lavoro dell'olandese Anton Corbijn presentato nel lontano ormai gennaio 2014 al Sundance e che vede la luce nelle nostre sala per la fine di ottobre.
Film con solide premesse di genere tratto da un romanzo di John le Carre, ambientato in quella Amburgo divenuta nuovo temibile crocevia terroristico a partire dall'11 settembre, A most wanted man possiede tutti i crismi del più classico dei film spionistici.
L'Intelligence tedesca, ben marcata da quella americana, è alle costole di un ricco personaggio musulmano dall'apparenza al di sopra di ogni sospetto, promotore di iniziative benefiche dietro le quali però si presume risieda una attività di storno di denaro a favore dei terroristi islamici. 
Quando nel porto di Amburgo arriva un musulmano ceceno sospetto su cui i tedeschi mettono subito gli occhi, le attività di intelligence cercano di capire se il profugo possa avere un qualche ruolo nelle attività di finanziamento terroristiche: egli infatti è ben deciso ad entrare in possesso di una ingente somma di denaro ereditata dal padre , un signore della guerra russo e depositata presso una banca tedesca.

Grazie ad un serie di intercettazioni , di appostamenti e di documenti audio-video raccolti, oltre che all'aiuto involontario di una avvocatessa delle cause perse che si prende cura dei rifugiati anche quando sono in odore di terrorismo, i tedeschi si rendono conto di avere in mano una occasione irripetibile per potere definitivamente incastrare il magnate musulmano sospetto utilizzando il ceceno come esca.
Nonostante , come detto, tutti i canoni del genere siano rigorosamente rispettati, compresi i soprabiti color crema col bavero alzato e gli appostamenti da vera spia doc, A most wanted man non è film d'azione inteso in senso classico; Corbijn infatti preferisce dare maggior spazio a quelli che sono i personaggi e i loro tormenti, soprattutto la figura di Bachman, responsabile delle operazioni tedesche, ruolo ricoperto dal defunto Hoffman.
Nonostante questo lavorio marginale il film però non riesce a liberarsi del tutto dalle sue premesse iniziali: la stessa figura di Bachman è tratteggiata ricorrendo a canoni abusati ( beone, tormentato da operazioni andate a male con perdite di vite umane, solitario e scontroso) sebbene la bravura di Hoffman sublimi questa scelta narrativa dando al film un impatto introspettivo notevole.
La consueta tracotanza americana poi esplode nel finale, e non poteva certo mancare in un lavoro di questo tipo che comunque ha il pregio di non annoiare e di regalarci una ultima, pregevole interpretazione di Philip Seymour Hoffman, che al di là dell'emozione che può provocare la sua presenza, dimostra per l'ennesima, ed ahimè ultima, volta l'immenso talento di cui era dotato, soprattutto quando i suoi personaggi si specchiano in vite solitarie, trasandate , indelebilmente segnate dalla vita: relativamente a questo A most wanted man è il degno scenario per l'ultima recita di un attore che ha saputo portare sullo schermo quei demoni interiori che mai si erano sopiti definitivamente. 

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