lunedì 22 giugno 2015

Dearest / 亲爱的 ( Peter Ho-sun Chan / 陈可辛 , 2014 )




Dearest (2014) on IMDb
Giudizio: 7.5/10

Ispirato ad un fatto realmente accaduto nel 2009 a Shenzhen, Dearest del regista HKese Peter Chan, presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia del 2014, è lavoro che parte da un tipico fatto di cronaca che spesso ha fatto da traino a numerose pellicole: una storia di rapimenti di ragazzini, nella quale il regista sceglie però una personale linea narrativa che gli permette tra l'altro di non cadere nella retorica e nello scontato come spesso accade in situazioni simili.
Il figlio di quattro anni di una coppia separata sparisce nel bel mezzo di un quartiere popolare di Shenzhen mentre si trova in compagnia dei suoi amichetti, le ricerche che padre e madre mettono in atto non conducono a nulla se non a false piste , alimentate da mitomani e da imbroglioni che mirano al premio che i genitori sono disposti a dare a chi offre informazioni.


Il dolore dei due genitori è abissale e il passare del tempo non lo mitiga: il padre si ritrova anche senza lavoro e la madre fa affondare anche il suo secondo matrimonio; l'unico appoggio lo ottengono da una associazione che si occupa di bambini scomparsi composta da genitori che stanno vivendo la stessa esperienza; la condivisione del dolore regala se non altro la forza di continuare e di sperare.
Quando dopo tre anni dal rapimento giunge una segnalazione sulla possibilità che il ragazzino si trovi in un  villaggio rurale dell'Anhui i due genitori si recano sul posto scoprendo che quel ragazzino è proprio loro figlio e lo sottraggono alla donna che dice di essere la madre.

Le indagini di polizia dimostrano che non solo il ragazzino  ma anche la sorellina non sono figli della donna, la quale afferma che il primo lo portò a casa il defunto marito dicendo di averlo trovato abbandonato in strada e che la seconda anch'essa fu trovata neonata in un cantiere.
La legge rimette le cose a posto, almeno in apparenza perchè il ragazzino non ne vuole sapere dei veri genitori e la sorellina finita in orfanotrofio attende di sapere chi potrà adottarla sebbene lei aspetti sempre la madre.
Tra conflitti interiori ed interpersonali, battaglie legali e scelte difficili il film si avvia verso un finale per il quale Peter Chan sceglie una venatura tra il beffardo e l'enigmatico, unico difetto grossolano del film, privilegiando invece la cronaca raccontandoci come le cose sono andate a finire per i personaggi reali cui la pellicola si è ispirata.
Inutile dire che Dearest aveva l'arduo compito di affrontare una simile tematica senza dover però cadere nelle facili e ruffiane scelte narrative che circuissero lo spettatore e Peter Chan che è un vecchio marpione (di qualità) del grande schermo ci è riuscito in pieno: ha lasciato i due ragazzini sullo sfondo incentrando la storia sui genitori veri e adottivi, trattando il tema come l'apoteosi della perdita e costruendo un melodramma tipicamente popolare e altrettanto tipicamente Hkese anche per le atmosfere che Shenzhen evoca, sebbene Dearest vada considerato sotto tutti gli aspetti, produttivi in primis, come opera mainlander.
Dietro il tormento personale dei protagonisti,raccontato con prospettive divergenti e con punti di vista difformi, nella prima parte quello dei genitori , nella seconda quello della campagnola cui sono stati sottratti i figli adottivi, si celano a malapena i temi della politica del figlio unico, quella del traffico di bambini, la fredda ottusità della legge e il contrasto tra la Cina metropolitana e quella rurale.
Tutti i personaggi hanno i loro lati oscuri ed enigmatici che li rendono archetipi di una umanità spesso combattuta e confusa: la madre adottiva era veramente all'oscuro di come il marito si era procurato i ragazzini? l'avvocato che decide di intraprendere la battaglia legale con lei sta inseguendo cosa? il gruppo di genitori che lotta contro il traffico di minori cerca i figli oppure semplicemente cerca di sconfiggere i propri rimorsi?
Nel suo insieme Dearest è film ben fatto, con una storia solida, soprattutto ben raccontata nel quale il regista sceglie l'approccio meno semplice ma sicuramente più valido.
Nel cast di tutto riguardo spiccano Huang Bo , stranamente misurato e soprattutto Zhao Wei, nel ruolo carico di drammaticità della madre adottiva che cerca di difendere e di riconquistare qualcosa che credeva fosse suo.

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