mercoledì 17 febbraio 2016

Fuocoammare [aka Fire at Sea] ( Gianfranco Rosi , 2016 )




Fire at Sea (2016) on IMDb
Giudizio: 4.5/10

Due anni e mezzo dopo la conquista del Leone d’Oro a Venezia con Sacro Gra Gianfranco Rosi approda al Festival di Berlino in concorso (unico lungometraggio italiano) con Fuocoammare, resoconto visivo del suo ritiro durato un anno presso Lampedusa.
Il film è un racconto per immagini della realtà dell’isola e dei suoi abitanti, racchiusi nel loro isolamento e nella fierezza tipica della gente di mare; incastonati nel racconto etnologico ci sono le immagini del dramma che ormai da anni si consuma sull’isola, lo sbarco e i naufragi degli immigrati provenienti da tutta l’Africa ed il Medio Oriente , stoccati a bordo di barconi fatiscenti che prendono il largo dalla vicina Libia per raggiungere la civile Europa col miraggio della libertà e di una vita dignitosa.


Il piccolo Samuele, un ragazzino curioso e vivace che preferisce la campagna al mare, con la sua fionda a fargli compagnia che girovaga sull’isola, soffre di mal di mare e soffre di un problema ad un occhio, il vecchio lupo di mare che con la barca è ormai diventato un corpo unico e che conserva ricordi di decenni passati a strappare al mare i suoi prodotti, la vecchia che prepara il sugo, svolge i lavori domestici e omaggia le statue di Padre Pio e delle Madonna, il pescatore solitario e silenzioso che si immerge per raccogliere ricci, il dj della radio isolana che allieta le giornate con musiche tradizionali dell’isola e che trasmette  brevi notiziari, un mondo che vive con il suo rapporto strettissimo col mare e con l’isolamento geografico dell’isola.

Poi dall’altra parte c’è il mondo dei profughi che raggiungono Lampedusa, un universo separato che mai vediamo in contatto con quello dell’isola, che ci rimanda immagini come tante volte abbiamo visto nelle cronache , solo un po’ meno filtrate perché la telecamera è lì , sulle navi che li raccolgono, per un attimo dentro il centro di accoglienza, addirittura dentro la pancia dei barconi trasformati in enormi bare galleggianti.

Unico tenue filo che unisce questi due universi è il medico dell’isola , un  factotum sanitario che si occupa anche delle autopsie e della raccolta dei cadaveri e che mostra qualche immagine tra le tante raccolte nel corso degli anni, tra laconici e quasi rassegnati commenti.
La recensione completa può essere letta su LinkinMovies.it

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