sabato 7 gennaio 2017

A Monster with a Thousand Heads ( Rodrigo Plà , 2015 )




A Monster with a Thousand Heads (2015) on IMDb
Giudizio: 5/10

Nel (per fortuna) breve arco di 75 minuti Rodrigo Plà racconta un giorno di ordinaria follia di una donna messicana alle prese con le beghe burocratiche, con le clausole vessatorie e con la insensibilità dell'ambiente assicurativo: la donna cerca in un giorno di ottenere quanto non è riuscita fino ad allora: garantire al marito una cura sperimentale per il cancro che lo sta uccidendo.
Medici, burocrati col pelo sullo stomaco, faccendieri assicuratori sono i nemici che Sonia deve cercare di sconfiggere con le cattive stavolta, visto che l'atteggiamento civile e ragionevole non ha portato a nulla.


Come chiaramente lascia intendere il titolo, siamo di fronte alla classica storia che parte da considerazioni sociali per sfociare in un tentativo di thriller: Sonia esasperata si presenta alla porta del medico che ha in carico il dossier del marito prima e poi a quella degli alti dirigenti dell'assicurazione che hanno negato la cura per il marito poi, in compagnia del figlio e di una pistola mediante la quale tenta in extremis di cambiare le sorti ormai segnate della salute del marito.

Per dare un tocco di autorialità, Plà introduce l'espediente delle varie prospettive con cui la storia viene raccontata, attraverso le voci del processo cui la protagonista verrà sottoposta; trucchetto che lungi dall'avere la valenza kurosawiana, diventa un orpello francamente inutile all'interno di un film che come opera di denuncia è ovvio e scontato, come thriller non funziona per niente e a livello di personaggi, oltre ad una serie di incongruenze narrative grossolane, non riesce a costruire figure capaci di imprimersi sullo schermo con la giusta dose di drammaticità; la stessa protagonista più che una donna disperata e sconvolta sembra più una mezza isterica sempre pronta a brandire la pistola per ottenere qualcosa.
Il tema trattato dal regista ormai messicano di adozione oltre a non essere particolarmente originale, descrive una situazione comune un po' a tutte le latitudini, non certo prerogativa del Messico, per cui tutto l'impianto, che tra l'altro si trascina in maniera ben poco armonica, appare più simile ad una di quelle chiacchiere da bar intrise di qualunquismo che una vera e propria disamina sociale.
A Monster with a Thousand Heads è insomma lavoro deludente, piatto, oserei dire scialbo, che non riesce mai a creare nè empatia nè tantomeno tensione neppure a livello narrativo, risultando un bel passo indietro nella cinematografia del regista uruguagio di nascita che fino ad ora aveva dato prova in alcuni suoi lavori di avere una buona capacità di narrazione.
Jana Raluy, attrice famosa e quotata in patria sia per le sue apparizioni televisive che cinematografiche e teatrali, dimostra di avere stoffa, il problema però sta nel ruolo nel quale si cimenta , un personaggio costruito male in un film piatto e privo di spunti interessanti.

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