sabato 2 dicembre 2017

Memoir of a Murderer ( Won Shin-yeon , 2017 )




Memoir of a Murderer (2017) on IMDb
Giudizio: 6.5/10

Byeong-soo è stato un serial killer, dall'adolescenza si è trasformato in un angelo vendicatore con l'intento di fare pulizia della feccia umana, iniziando dal violento padre che brutalizzava lui e la sorellina. Dopo avere per anni ucciso e sepolto in un poetico bosco di giganteschi bambù malfattori, violenti ,traditori e gentaglia della peggior specie , da 17 anni conduce una vita normale in compagnia della giovane figlia. Da qualche anno la demenza si è impadronita di lui creandogli pericolosi cortocircuiti cerebrali e su pressante consiglio della figlia Byeong-soo scrive tutto sul suo notebook per non dimenticare e tiene nota di ogni gesto su un voice recorder.
Alcune giovani donne scompaiono e lasciano temere la comparsa di un nuovo serial killer e il protagonista in un banale incidente d'auto si convince di essersi trovato faccia a faccia con un killer: affinità elettive e riconoscimento al primo sguardo.


Il problema di Byeong-soo è che, in ossequio alla malattia, vive momenti di totale assenza di memoria, quindi nel momento in cui l'amata figlia inizia una relazione con l'uomo che lui ritiene essere un killer, solo frammenti confusi di ricordi si affastellano nella sua mente almeno fino a quando i momenti di lucidità lo portano a dovere intraprendere ogni cosa pur di salvaguardare la figlia dal pericolo incombente.
Dopo aver visto al FEFF18 di Udine la bodyguard Sammo Hung affetta da demenza, ora è la volta di un serial killer sui generis: il racconto di Won Shin-yeon infatti è un po' un trattato di neuropsichiatria e un po' un thriller con qualche aspetto furbastro.
Cosa c'è di meglio infatti di un personaggio che con la sua malattia può giustificare (narrativamente) tutto e il contrario di tutto? Sì perchè durante la storia raccontata il dubbio che le cose non siano come le vediamo, ma siano semplicemente il frutto di una mente malata che ha perso ogni capacità mnemonica ad un certo punta affiora prepotentemente.

Di certo la situazione, che pure il regista , soprattutto all'inizio, tiene in mano abbastanza bene, sforzandosi di creare empatia con il protagonista malato, si presta facilmente alla costruzione di giochi di punti di vista, intersezioni di realtà e ricordi offuscati di una mente malata, cosa che puntualmente avviene.
Su questo scenario ambiguo e potenzialmente portatore di trabocchetti si inserisce il confronto tra due serial killer dal background diverso e separati da una grossa differenza di età e la tematica , spesso sollecitata dal protagonista, sull'origine dell'omicida seriale: Byeong-soo nei suoi frequentissimi soliloqui ripete spesso la frase: "l'unica cosa che ricordo sempre è che sono un killer", un marchio che neppure la demenza che rende il cervello un ammasso informe riesce a cancellare e al quale si aggrappa disperatamente per non perdere ogni traccia di memoria che gli impedirebbe di salvare la figlia.
Per il resto Memoir of a Murder è lavoro che cerca di indagare sulla memoria e la sua fallacità, sulla violenza e le sue forme  e sulla malattia mentale, essendo di fatto solo in parte un thriller e che quindi, salvo per il convulso sottofinale, non genera certo una tensione tangibile.
Pur con alcuni limiti , derivati soprattutto da un incedere che non mantiene in pieno le premesse e che tende ad aggrovigliarsi eccessivamente su se stesso, il lavoro di Won ha comunque i suoi pregi, sebbene il regista ci era decisamente piaciuto di più in A Bloody Aria e mette in mostra l'eccellente prova di Sol Kyung-gu nel ruolo del protagonista

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